E' ora che qualcuno si guardi allo specchio. Vero, ci vorrebbe uno specchio bello grosso, ma sarà il caso di procurarselo. Come sarebbe stato il caso di procurarsi un paio di tachipirine per Diego Milito: non è possibile che l'unico attaccante in forma non giochi per due linee di febbre. Non è proprio possibile.

In quello specchio dovrebbero apparire ben bene i volti della dirigenza nerazzurra, dal primo all'ultimo, e fare un bell'esame di coscienza. A fare brutte figure in campo ci vanno i giocatori e il povero Claudio Ranieri, che sbaglierà anche, ma gli va dato atto di aver condotto l'Inter a una (quasi) salvezza matematica. E non è ironia. Per il bene del tecnico di Testaccio, mi sarei augurato le dimissioni post-gara, che a quanto pare non arriveranno. Adesso, sempre per lui, gli auguro un pronto esonero: si è capito che la squadra non lo segue più da quando si è capito altrettanto chiaramente che non sarà l'allenatore dell'Inter stagione 2012/2013. Magari non in maniera cosciente, ma il gruppo non va dalla stessa parte del tecnico. E' evidente. E non parlo di rottura di rapporti, ma di stimoli.

Dopo il flop Gasperini, Ranieri ha condotto l'Inter oltre i propri limiti, ed è lì che Moratti, Branca, Paolillo, Filucchi, Ausilio e tutto il resto del management nerazzurro ha commesso il secondo gravissimo errore della stagione, dopo quello della scelta di Gasperini e del mercato estivo. Ha creduto (in buonafede?) di avere ancora un'auto pronta allo scatto, mentre era evidente (il match con la Lazio lo testimonia) che il limite era stato raggiunto e il motore stava per fondersi. Per fare di più, ci sarebbe voluto qualche accorgimento dal mercato, che era lì a disposizione, proprio per non ripetere gli errori di inizio anno. Che su Zarate Ranieri non ci contasse, si sapeva; che Castaignos fosse fuori progetto (proposto in prestito un po' ovunque) era chiarissimo; che Forlan entrerà in forma (forse) solo ad aprile era altrettanto lapalissiano. Serviva un'iniezione, un paio d'innesti, un gesto che desse un segnale al gruppo e a quel povero Ranieri: nulla. Certo, sono arrivati Palombo (in panchina), Juan (dov'è?), Guarin (rotto). Ed è partito Thiago Motta. Chapeau.

Di fatto, Ranieri è stato lasciato solo al suo destino, e gli si chiede pure di fare i miracoli. Ha fatto quello che ha potuto, ma ora non ce la fa più. Il motore è fuso. Al momento di fare il salto, siamo tornati indietro. L'avevamo detto in tempi non sospetti: errare è umano, perseverare è diabolico. Non si possono toppare due sessioni di mercato su due.

La soluzione? Esonerare Ranieri (quello con meno colpe, sia chiaro) e prendere un tecnico con cui cominciare davvero un progetto a lunga scadenza (Capello?). In questo modo si avrebbero solo conseguenze positive:
- I giocatori sarebbero davvero sotto esame e motivati a correre e sputare sangue per la riconferma (cosa che ora in molti non fanno);
- Il nuovo tecnico potrebbe testare chi è da Inter e chi no in partite ufficiali, senza attendere il ritiro estivo (spesso ingannevole);
- Da qui si prenderebbero le mosse per la sessione estiva di mercato, pianificando tutto con largo anticipo.

In fondo, se ci pensate bene, da perdere c'è poco. Così come stanno le cose, difficilmente si arriverà in Europa League. E non parlatemi di Champions, anzi: in cuor mio spero di uscire ai rigori col Marsiglia.

Nell'attesa, è pronto lo specchio?

Sezione: Editoriale / Data: Sab 18 febbraio 2012 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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