Sconfitta è sconfitta. Come sei arrivato, te ne vai a casa. Quattro punti avevi e quattro punti avrai. Pive nel sacco, a mani vuote, amaro in bocca: chiamatela come volete, ma resta una sconfitta. Grave, perché eri in vantaggio e ti sei lasciato sorpassare. Gravissima, perché il gol del pareggio lo prendi dopo nemmeno due minuti dal rientro in campo e su un errore banale tuo. Pessima, perché, per l'ennesima volta in questo campionato, è un rigore inesistente che ti castiga. Insomma, poco azzurro e molto nero.

Diciamocelo subito: questa Inter non è più una macchina schiacciasassi. Non è più la squadra briosa e dominante in grado di fare filotto e zittire chiunque. Le cause? Svariate. Errori societari, ovviamente, ma anche calo fisiologico della rosa, nuovi arrivati in difficoltà, infortuni a catena, viaggi e fatiche per le nazionali. Dobbiamo capire che pochissimi sono i club in grado di restare sulla vetta per anni e anni, specie in Italia. Facciamocene una ragione.

Un ciclo sta finendo? Probabilmente sì, ma non è questo il punto. O, almeno, non è il solo. Il punto è che, non si capisce per quale motivo, l'Inter debba essere sempre e comunque più forte di tutto e tutti. Perché non possiamo giocarci le nostre benedette partite solo contro l'avversario? Non chiedo di più. Se negli altri anni, anche in 9 uomini, anche contro rigori e decisioni avverse, l'Inter riusciva a portare a casa punti, stavolta non ce la fa, non ha più quelle energie. Quest'anno manca la benzina e qualcos'altro. L'abbiamo sottolineato: i nerazzurri non sono più super come una volta, eppure, senza le così dette 'sviste', difficilmente avrebbero racimolato solamente 4 punti su 18. Lungi da me giustificare questo avvio di stagione disastroso, ma non evidenziare i tantissimi abbagli arbitrali sarebbe intellettualmente disonesto. Così come lo sarebbe non rimarcare le lacune mostratesi impietosamente sul campo.

Qui non si tratta di alibi, ma, semplicemente, di calcio. Quattro rigori contro, quattro rigori inesistenti. Questo è il calcio. E quest'anno, dopo tutte le incredibili vittorie di cui abbiamo goduto (e per cui ringrazio ancora, dal primo all'ultimo, i componenti della mia Inter), mi accontenterei di giocare ad armi pari.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 16 ottobre 2011 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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