Walter Zenga, allenatore del Cagliari, interviene telefonicamente ai microfoni di Telelombardia e Top Calcio 24, parla ampiamente dell’Inter partendo dalla situazione di Radja Nainggolan, al momento in prestito dai nerazzurri ai rossoblu: “Ho trovato un ragazzo disponibilissimo a qualsiasi situazione e di grande spessore. Quando ho sentito di Vidal ho sempre pensato per quale motivo avrebbero dovuto prendere Vidal se c’è Radja. Questo è un mio pensiero, io sono contento di averlo con me perché è uno che fa la differenza. Io sono il suo allenatore e me lo tengo stretto, se l’Inter ce lo volesse lasciare ancora un anno sarei l’uomo più felice del mondo. Poi non so se ci sono possibilità, la mia idea è fare l’allenatore ed esprimo delle esigenze ma non posso entrare nelle varie situazioni”.

Ogni volta che vai a San Siro hai sempre il groppo in gola, dici qualcosa di interista.
“Ogni tanto saltano fuori i sondaggi sul portiere più bravo all’Inter. L’Inter ha sempre avuto ottimi interpreti del ruolo, l’ultimo è Samir Handanovic ma anche Julio Cesar, Gianluca Pagliuca, Francesco Toldo… La differenza però è una: un conto è arrivare e fare bene in un club, un altro crescere in un club, far parte di una tifoseria e fare quello che ho fatto io. Ogni giocatore ha la sua epoca, non si può dire che Sarti è stato migliore di Zenga o Toldo, ma l’unica differenza è che io sono nato, cresciuto interista e da interista morirò. Ventidue anni di Inter non si cancelleranno mai. Poi è chiaro che ora sono l’allenatore del Cagliari e mi tengo questa panchina bene stretta, poi col Crotone a San Siro per poco non vinco”.

Ti piace l’Inter di Suning?
“Sì, Antonio Conte ha fatto un grandissimo lavoro. Poi stiamo parlando di un allenatore tra i primi dieci al mondo, si vede anche come stava gestendo la stagione. Magari vincere la prima botta non è facile come gli è successo altrove, comunque ha sdoganato il dogma di un allenatore di una squadra che non andrebbe mai ad allenare una rivale”.

Quindi alleneresti la Juve?
“La Juve non mi chiamerebbe mai, perché non sono tra i primi dieci allenatori al mondo… Ripeto: la mia carriera da allenatore me la sono creata da solo, sono andato in giro per il mondo senza spinte. Ho allenato in posti come Gaziantep in Turchia, a 100 km dal confine con la Siria, ma mi hanno sempre trattato coi guanti”.

Ma se porti il Cagliari in Europa League e ti chiama Paratici?
“Se dovesse succedere, Tommaso Giulini farebbe di tutto per trattenermi. E sarebbe la soddisfazione più grande. Poi ogni allenatore è un professionista, Conte, Allegri e Sarri sono grandissimi allenatori e quelli che sono al top hanno una visione diversa del proprio lavoro. Non esiste che mi chiamino squadre come Inter, Chelsea o Real Madrid, ma non perché sia scarso, quanto perché devo fare un determinato percorso. Se lo farò, poi, non lo so”.

Zenga si lascia andare ad una riflessione sui vivai.
"Io sono il bambino che è andato all'Inter a 10 anni, sono andato in prestito e sono tornato. Andavo in Curva Nord, ho trasformato Viale Ungheria in un punto dove possono guardarmi con orgoglio. Storie come le mie non ce ne saranno perché sono cambiati i vivai: lo straniero una volta era visto come uno particolare, col mondo che è cambiato sono cambiate tante cose. Gente come Baresi, Maldini, Bergomi, Costacurta, abituati a giocare i derby da piccoli, si contano sulle dita di una mano. Io quando vedo un ragazzo della Primavera che guarda con ammirazione i grandi, come avvenuto quando ho portato quattro giovani in prima squadra a Cagliari, mi emoziono".

In conclusione, un augurio.
"Ero a Milano fino al 19 febbraio, devo dire che stavo rivedendo la Milano degli anni '90, vorrei ritrovarla così. E' questo l'augurio che faccio a tutti i milanesi e tutti i lombardi, la Lombardia dà tanto e siamo tosti".

Sezione: Copertina / Data: Ven 17 aprile 2020 alle 22:13
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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