Intercettato come ai vecchi tempi sotto gli uffici Saras, Massimo Moratti ha parlato ai giornalisti soprattutto dell'ultimo arrivo in casa Inter, ovvero Geoffrey Kondogbia. "Mi sembra proprio una bella operazione perché tutti mi dicono che sia davvero un bel giocatore - ha detto ieri l'ex numero uno nerazzurro -. Io l’ho visto giocare qualche volta e credo che uno con quel fisico lì in mezzo ci possa dare una grossa mano. Thohir ha fatto un grande sforzo, è stato bravo e ha confermato ancora una volta di tenere molto all’Inter. Kondogbia è un tassello importante per la squadra anche perché è giovane e può essere un punto di riferimento per tanti anni. Speriamo che dimostri il suo valore. Vale di più perché strappato ai cugini? Lo volevano in tanti, non solo il Milan, e il fatto che abbia scelto l’Inter e il suo progetto è una cosa non secondaria. Poi è chiaro che i tifosi hanno piacere di avere nella loro squadra un giocatore che la società rossonera voleva. Anche io avverto che intorno all’Inter in questi giorni c’è un entusiasmo particolare: è un bel modo per iniziare la nuova stagione. La gente ha avuto la conferma che Thohir è bravo ed è venuto per fare le cose per bene. Si merita di ottenere bei risultati per l’impegno che ci mette e per quanto lavora".

E un ruolo importante nella trattativa - anche se il diretto interessato nega - l'ha avuto lo stesso Moratti, interpellato secondo statuto in caso di acquisti superiori ai 20 milioni di euro. "Thohir mi ha chiesto cosa ne pensavo e gli ho risposto di prenderlo, perché poteva essere importante per l’Inter. Io però non c’entro nulla: Thohir è sempre gentile e mi tiene informato, ma è stato bravo lui. Credo sia contento anche Mancini che magari aveva bisogno di un giocatore così in mezzo al campo. E’ indubbio che abbia avuto un grande impatto sui tifosi. Mi sembra uno che sa trascinare le persone e sono convinto che gli interisti risponderanno. L’ultimo presentato così era stato Ronaldo in via Durini? Eh, bei ricordi... Ronaldo era un giocatore fantastico, di un’intelligenza fuori dal campo eccezionale. Ce ne accorgemmo subito di aver preso un fuoriclasse: i primi venti minuti che cenammo insieme la prima volta a casa mia non parlava, ma osservava. Poi iniziò a chiamare tutti per nome e aveva già capito il carattere di ognuno. Davvero fantastico".

 
 

Sezione: Copertina / Data: Mer 24 giugno 2015 alle 07:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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