Lunga intervista a Il Posticipo per il brasiliano Lucio, ex difensore interista tra i grandi protagonisti del Triplete nerazzurro. Avviato verso una carriera da allenatore, Lucio afferma di aver "imparato molte cose all’Inter insieme a Mourinho, ad esempio come gestire uno spogliatoio. Ha fatto un grande lavoro: è stato lui l’artefice dei successi del 2010 e di quella Inter che ha vinto tutto. Sogno di diventare un grande allenatore come José".

La finale col Bayern Monaco resta il simbolo di quel percorso fatto nel 2010, "con cui avevo giocato fino al 2009, prima che arrivasse van Gaal in panchina", come sottolinea l'intervistato, che non considera però quella gara "una rivincita". Anzi, racconta, i tifosi bavaresi "al fischio finale mi hanno applaudito: nessuno aveva desiderato la mia partenza".

Un gruppo, quello che ha vinto, i cui componenti sono tuttora in contatto. "All’Inter ho giocato con tanti amici come Zanetti, un esempio per tutti i calciatori. Poi con gente di spessore come Sneijder ed Eto’o, Julio Cesar e Maicon che sono amici. Abbiamo in comune un’esperienza stupenda: quella Champions è stata un regalo di Dio. Nessuna squadra italiana ci era riuscita prima. Esserci riusciti ha segnato la vita di tutti noi e continueremo a festeggiarlo anche quando saranno passati 15 e 20 anni", dice ancora il brasiliano.

Nel 2012, l'addio. "Io non volevo lasciare l’Inter, ma la società voleva cambiare tutto. Nell’estate 2012 quando sono arrivato in Brasile ha cominciato a chiamarmi ogni 15 minuti Marco Branca per dirmi che dovevo trovare un’altra squadra. Quando le pressioni dell’Inter si sono intensificate un giorno è arrivata la proposta della Juve: la prima volta dissi ‘no’. Quando mancavano cinque giorni alla chiusura del mercato mi ha chiamato Conte. Mi volevano  perché Bonucci rischiava una squalifica di due anni per calcioscommesse. Il mio ex rappresentante mi consigliò di andarci visto che l’Inter mi voleva mandare via. Non avevo altre opzioni: la mia famiglia viveva in Italia e decisi di accettare. Nelle prime 2-3 settimane a Torino però ho capito che era stata una scelta sbagliata: andare alla Juve è stato un errore".

Duro il commento su Conte. "Lo considero un buon tecnico, sta facendo un buon lavoro anche se quando guardo le partite e lo vedo penso che non abbia la faccia e il Dna dell’Inter". Peggio è andata all'Inter in anni precedenti, soprattutto dopo l'addio di Mourinho. "Noi eravamo una squadra esperta fatta di uomini vincenti tra i più forti al mondo e non è stato semplice vivere quei momenti. Quando siamo stati guidati dagli allenatori arrivati dopo di lui sembrava non sapessimo giocare a calcio e che non avessimo vinto niente".

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Sezione: Copertina / Data: Ven 19 giugno 2020 alle 11:52
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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