L’Inter si è sgretolata. Il jab di Bonucci e Morata è stato forse il colpo di frusta finale di una stagione scemata in disgrazia, a causa di un 2016 da incubo. La Juventus ha davvero affossato i nerazzurri, giocando sugli errori degli uomini di Mancini, colpendoli lì dove fa più male. Le parole del direttore sportivo Piero Ausilio a fine partita rispecchiano la situazione: una squadra spaccata tra ciò che vuole e ciò che è davvero. Il terzo posto continua ad essere nominato come un mantra, come l’anno scorso, ma la realtà è che la Champions League si sta allontanando sempre di più, offuscata dalla marea infinita di errori individuali che hanno contraddistinto la partita di Torino. In tutto questo, il gol di Hernanes - arrivato come oggetto misterioso a Torino e trasformatisi in ottima pedina, sotto la guida di Allegri - sarebbe stata la ciliegina sulla torta a testimoniare la mancanza di personalità di una squadra che sta affondando, senza riuscire ad appigliarsi a nulla. 

LE COLPE DELLA SQUADRA - Molle. E’ questa la parola migliore per definire la prestazione della squadra nerazzurra in quel di Torino. Una partenza scoraggiante, sopraffatti dalla Juventus, incapaci di superare la metà campo. Poi la scossa, con qualche buona trama e Palacio ultimo baluardo d’intelligenza tattica che serve un pallone d’oro ad Icardi, ma Maurito spreca. D’Ambrosio sbaglia, così come sono molteplici gli errori della mediana, troppo fisica e poco di palleggio. Kondogbia non sfigura, ma Melo e Medel vanno sotto fin dai primi palloni giocati e la partita sfugge fra le mani, senza possibilità d’appello. 

LE COLPE DEL MANCIO E… - La pochezza tattica di quest’Inter è a tratti irritante. La capacità di assemblare squadre vincenti, questa volta sembra ancor più ardua per il Mancio: il fatto che inizi la partita a Torino con tutti i fantasisti in panchina, è emblematico delle difficoltà incontrate a far coesistere i diversi talenti. Jovetic, Ljajic, Perisic, Eder: tutti in panchina, nonostante - soprattutto dai primi due - sono dipesi diversi risultati positivi della squadra. Il 3-5-2 varato da Mancini aveva l’intento di mettersi a specchio con la Juve, ma è pressoché inutile se poi si finisce col perdere tutti i duelli individuali, soprattutto a centrocampo. Il risultato è una squadra snaturata, senza un’idea di gioco chiara, se non quella di vivere attraverso le fiammate dei singoli. Ma quando tradisce anche Icardi, non rimane che l’amara verità: la campagna acquisti di gennaio è stata sbagliata ed è stata la zappa sui piedi ad un periodo nero. Oltre all’undici titolare, Mancini disponeva di due difensori, un centrocampista e ben sei attaccanti. Sintomo che le idee non sono chiare e che manca qualche cosa, oltre alla grinta richiesta dal diesse Ausilio. Il processo è già cominciato, ma questa volta a ragion veduta. L’unico modo di scacciare queste insistenti voci d’inadeguatezza e riprendere il volo del calabrone, è quello di riprovare a vincere fin da mercoledì prossimo, in Coppa Italia. Un passo alla volta c’è bisogno di risalire la vetta. Solo i coraggiosi possono farcela. L’Inter ne sarà capace? 

CAPOVOLGIMENTO - La situazione è paradossale: in un mese e mezzo l’Inter è passata dall’essere capolista ad annaspare dietro a squadre date in caduta libera, come Roma e Fiorentina. Il vuoto di personalità e di carattere della squadra si riflette sulle prestazioni, diventate incolori e acerbe. L’involuzione è impressionante e non sembra arginabile: quali sono i fattori scatenanti? Evidentemente la poca chiarezza delle gerarchie ha finito per danneggiare le certezze della squadra, che a sua volta non riesce più a ritrovare lo spirito da corsaro con cui ha affrontato la prima parte di campionato. Dopo la partita dell’andata, la Juventus era diciassettesima e l’Inter terza, così come dal venti dicembre i nerazzurri hanno totalizzato solo dodici punti, mentre le avversarie per la Champions League volano: la Roma ha totalizzato ventiquattro punti, il Milan ventidue e la Fiorentina venti, con una partita in meno. Numeri, semplici numeri, che analizzano la crisi ma non riescono a spiegarla del tutto. Ora non resta che aspettare e vedere cosa ne sarà di questa Inter, persa nella tempesta, ma con ancora tanto da poter dare.  

Sezione: Copertina / Data: Lun 29 febbraio 2016 alle 08:15
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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