Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, intervistato dal Corriere della Sera ha parlato dell'emergenza coronavirus e, ovviamente, anche delle polemiche feroci di questi giorni.

La Lega e il calcio italiano stanno gestendo male l’allarme coronavirus?
"Parliamo di uno sport che alimenta passioni e interessi fuori dal normale e che qualche volta finisce vittima di se stesso. Ma rappresenta una componente essenziale del Paese sia a livello sociale sia economico. Siamo stati seri nella discussione con il Governo e non è vero che il calcio non ha a cuore la salute pubblica e gli interessi generali".

La Federcalcio è stata centrale nell’accordo per riformulare il calendario e provare a ripartire.
"Nel rispetto della Lega abbiamo esercitato un’azione di impulso che ritengo doverosa in un momento di difficoltà".

Le parole di Zhang sono benzina sul fuoco...
"Quello del presidente dell’Inter è un linguaggio che non mi appartiene né lo condivido. Ognuno è responsabile di ciò che dice. Le proprie ragioni si fanno valere in una dialettica istituzionale corretta. Peraltro l’Inter sia in Lega che in Federazione è rappresentata da ottimi dirigenti (Marotta e Antonello, ndr)".

Se non ci fosse stata di mezzo una sfida del calibro di Juve-Inter tutto questo caos forse non sarebbe successo...
"Le porte chiuse mortificano valori come la condivisione e la gioia dell’evento sportivo. Ma il calcio non può più fermarsi. Dobbiamo andare avanti, rispettando le ordinanze".

Il presidente della Lega, Dal Pino, è stato attaccato non solo da Zhang. Condivide le critiche?
"Ha esercitato le sue prerogative e se n’è assunto la responsabilità come dovrebbero fare anche altri. In un sistema coerente, chi ha le deleghe le esercita e gli altri partecipano e suggeriscono, ma poi rispettano funzioni e decisioni. Quello che non mi è piaciuto è il solito vizio, tutto italiano, di chi sfrutta questa situazione dall’esterno per guadagnare un po’ di notorietà".

Sezione: Copertina / Data: Mer 04 marzo 2020 alle 10:00 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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