Dopo le due sconfitte consecutive in campionato, contro Torino e Sassuolo, l’Inter cade anche contro il Napoli nei quarti di Tim Cup. Un gol al 94’ di Gonzalo Higuain mette in ginocchio i nerazzurri che, fino a quel momento, non avevano affatto demeritato ed erano andati vicini al vantaggio con Icardi e Puscas.

Roberto Mancini sorprende ancora: al San Paolo si presenta con Santon, Puscas ed un inedito 4-3-3. Davanti a Carrizo agiscono, da destra verso sinistra, il 'Bambino', Ranocchia, Juan Jesus e Nagatomo. Medel vertice basso di centrocampo, ai suoi lati Brozovic ed Hernanes con permesso di intercambiarsi. Shaqiri e Puscas tentano di allargare le maglie della difesa partenopea partendo molto larghi ai fianchi di Mauro Icardi, unica punta.

Rafa Benitez non cambia e schiera il suo classico 4-2-3-1. Davanti al secondo portiere Andujar ci sono Koulibaly, Albiol, Britos e Strinic a sinistra. Gargano e David Lopez guardano le spalle al trio Callejon-Hamsik-De Guzman, che agiscono dietro 'El Pipita' Higuain.

L’Inter parte bene. Dopo la sfuriata iniziale degli azzurri, affidata alla verve di Callejon ed Hamsik, l’Inter prende possesso del campo e mostra un buon giro-palla. Il 4-3-3 schierato da Mancini mette in difficoltà il Napoli soprattutto nella prima mezz’ora. Brozovic ed Hernanes, in veste di mezzali, si intercambiano spesso per non dare punti di riferimento ed i loro inserimenti mettono in grande difficoltà la retroguardia azzurra.
Passata la paura per un colpo di testa terminato di poco alto di Higuain, lasciato troppo solo da Ranocchia, sugli sviluppi di un contropiede innescato da Hamsik, l’Inter torna a controllare il match e va vicina al vantaggio con Icardi. L’argentino raccoglie un ottimo assist di Brozovic, liberato tra le linee da Hernanes, dribbla secco Koulibaly e spara in direzione della porta difesa da Andujar, che si salva grazie al palo.
Positivo l’esordio da titolare del giovane Puscas. Il classe ’96 parte molto largo a sinistra per poi accentrarsi e lasciar spazio alle sovrapposizioni di Nagatomo, quest’ultimo, invece, intimorito ed impreciso. I pericoli più grandi per la porta difesa da Carrizo arrivano proprio dalla fascia del terzino giapponese, che soffre moltissimo la fisicità di Koulibaly, nella insolita veste di terzino destro. Bene, al rientro dopo i quattro anni al Newcastle, Davide Santon. Il ‘Bambino’ limita al minimo le incursioni di Strinic, spesso in proiezione offensiva, ma, complice anche la precaria condizione fisica, aiuta poco Shaqiri in avanti.
Negli ultimi minuti della prima frazione di gara il Napoli torna ad affacciarsi dalle parti di Carrizo: ancora un errore di Ranocchia, male in chiusura su Higuain, e Britos, sempre troppo solo sui calci d’angolo, sono gli unici pericoli per il portiere argentino.

Ripresa che inizia sulla falsa riga del primo tempo. L’Inter prova a fare la partita ed il Napoli riparte in contropiede. L’occasione più ghiotta, questa volta, capita sui piedi di Puscas, liberato ottimamente da un ottimo movimento in profondità di Icardi. Andujar, però, compie un vero e proprio miracolo sul tiro ravvicinato del romeno e devia in angolo.
Le squadre si allungano ma Brozovic ed Hernanes pagano l’assenza prolungata dai campi di gioco e non sfruttano i buchi lasciati dalla retroguardia partenopea.
Inizia la girandola dei cambi, con Mertens e Gabbiadini che prendono il posto di Callejon ed Hamsik. Mancini risponde con Guarin al posto di Hernanes ed un più coperto 4-3-1-2. Il cambio modulo non favorisce i nerazzurri che abbassano troppo il baricentro e prestano il fianco alla velocità di Mertens e Gabbiadini, i quali, però, non creano grandi grattacapi alla formazione allenata da Roberto Mancini. L’ultimo cambio per il Napoli avviene a 5’ dal termine: Goulham prende il posto di De Guzman e Napoli che passa ad un 4-4-2, con Gabbiadini e Higuain di punta. Manca poco al termine e la partita sembra orientarsi ai supplementari: il ritmo si abbassa, Dodò prende il posto di Santon (Nagatomo dirottato a destra), e Guarin si prende di prepotenza la scena superando di forza un paio di avversari e provando la conclusione che però non impensierisce il portiere ex Catania.
L’arbitro concede 4’ di recupero e proprio all’ultimo minuto il Napoli passa: fallo laterale dalla trequarti offensiva, Goulham batte veloce e coglie impreparata la difesa dell’Inter. Nagatomo è fuori posizione, Ranocchia non arriva sul pallone e Higuain, solo dentro l’area di rigore, firma l’1-0 finale. Incredibile la dormita del capitano nerazzurro che prova l’anticipo anziché contenere il numero 9 argentino.

“Una catastrofe” dirà Mancini in conferenza stampa. E’ incredulo il tecnico interista e ne ha ben donde. Una buona prova quella offerta dalla squadra nerazzurra contro la squadra attualmente più in forma del campionato. Un primo tempo in cui si sono visti una buona intensità e apprezzabili spunti di Hernanes e Brozovic che, tra le linee, potrebbero essere buone soluzioni anche per il futuro. Ultimi dieci minuti di tempo a favore della squadra di Benitez, ma di pericoli veri per la porta dell’Inter non ce ne sono stati se non su un paio di svarioni di Ranocchia che per poco non favorivano Higuain. Nella ripresa il ritmo si è abbassato ed il pallino del gioco è rimasto sempre nelle mani nerazzurre, con il Napoli che non è mai riuscita ad impensierire Carrizo se non in ripartenza. La girandola di cambi ha spento il match, che si avviava verso i tempi supplementari, ma Higuain, che aveva già perdonato il capitano nerazzurro per due volte nel primo tempo, non sbaglia l’occasione più ghiotta e mette fine ai sogni dell’Inter.

I problemi maggiori, per questa Inter, arrivano dalla difesa. Problemi di attenzione, di cattiveria, c’entra poco la tattica. Dovrà essere bravo Mancini a cambiare la testa dei giocatori, perché è questo il difetto più grande di questa squadra.

Sezione: Angolo tattico / Data: Gio 05 febbraio 2015 alle 00:47
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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