"Io sono stato colpito dalla non qualificazione al Mondiale e mi sono dimesso. Sono convinto che a San Siro ce ne fossero parecchi che speravano nell'eliminazione degli azzurri come unico modo per rovesciarmi. La rosa della Nazionale parte dai titolari in Italia. In questo momento la situazione è confusa, ma Mancini è un ottimo allenatore. Non si può tornare a vincere dall'oggi al domani". Così Carlo Tavecchio, ex presidente della Federcalcio, ha commentato ai microfoni di Radio Sportiva quanto accaduto poco meno di un anno fa, nel giorno di Italia-Svezia, gara che ha sancito l'eliminazione degli azzurri ai playoff di qualificazione per Russia 2018.

L'analisi dell'ex numero uno del calcio italiano è stata molto ampia e ha toccato diversi punti. "Ci è stato detto che il calcio italiano vive sui fondi CONI e questo è ridicolo. Vive per l'80% con mezzi propri e poi prende un contributo minimo federale. La FIGC ha 4 squadre in Champions, abbiamo portato il VAR come grande rivoluzione. Seconde squadre? Va stabilita la forma giuridica: è un paradosso che la Juve voti nell'Assemblea giuridica come tale e lo faccia anche in Lega Pro. Inoltre le regole erano poco chiare. Nel nostro calcio andavano fatte riforme in precedenza. Io ho chiesto più volte di avere massimo 5 stranieri per squadra, ma non sono stato ascoltato. Servivano 18 squadre in A, 20 in B e massimo 40 in C".

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Sezione: News / Data: Lun 10 settembre 2018 alle 12:22
Autore: Mattia Todisco
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