Dici Uruguay e pensi ad Alvaro Recoba. La Gazzetta dello Sport ha intervistato il Chino in vista del match di domani in Brasile.

Che partita sarà?
"La gara della morte, il peggio che potesse capitare a entrambe le squadre. Credo che Italia e Uruguay siano le avversarie più velenose in caso di partite da dentro o fuori. Storicamente, sputano sangue con le spalle al muro". 

Preoccupati per le condizioni fisiche di Suarez?
"E’ rientrato a tempo di record da un’operazione comunque importante, e l’altro giorno ha giocato praticamente tutta la partita. Luis ha cuore, ma ora bisogna verificare i margini di recupero. Certo, con lui almeno all’80% crescono ottimismo e possibilità per noi". 

Ma l’Uruguay è solo Suarez?
"L’Uruguay ha tanta qualità, non è più solo “Garra Charrúa” per intenderci, così come l’Italia non è più catenaccio e contropiede. Abbiamo parecchie armi, a partire da Cavani...". 

Un tempo Italia e Uruguay producevano le migliori difese del mondo, oggi entrambe le nazionali faticano a mettere insieme una linea all’altezza...
"E’ cambiata anche la mentalità generale, non solo nei nostri Paesi. Oggi nel calcio si vince unicamente attraverso la qualità. Non c’è più spazio per chi specula a livello tattico. Lo insegnano Barcellona e Bayern Monaco fra i club, Spagna, Olanda, Germania e il solito Brasile fra le nazionali. La stessa Italia mi ha sorpreso piacevolmente contro l’Inghilterra. Insomma, squadre meno chiuse, propositive e quindi vita più dura là dietro, a prescindere dal valore dei difensori. E comunque in Uruguay non siamo messi così male: dietro a Lugano, già mi convincono per esempio sia Godin sia Caceres". 

Cosa pensa di Prandelli?
"Ho visto la prima gara degli azzurri, ne sono rimasto esaltato: la solita organizzazione, unita però a una gestione di palla sudamericana e a una mentalità offensiva importante. Conosco Prandelli, ama il bel gioco. Mettere mani nelle tradizioni più radicate non è facile, ma è la strada giusta, probabilmente l’unica per competere ad alti livelli oggi. Io dico che l’Italia ha la guida adatta, e non deve farsi condizionare da eventuali risultati negativi in questo Mondiale". 

Già, però la Costa Rica...
"Ecco un altro salto di qualità che le grandi storiche devono fare alla svelta: smettere di sottovalutare le nazionali senza un curriculum all’altezza. Occhio, perché il calcio è cresciuto ovunque, e le squadre materasso si contano sulle dita di una mano. L’altra sera l’Iran meritava di vincere contro l’Argentina dei fenomeni... A questo punto della stagione, poi, conta moltissimo anche la condizione fisica e il grado di stress subito durante l’anno dai vari giocatori: non tutti i campionati sono uguali". 

Chi teme fra gli azzurri?
"Pirlo va seguito pure nei bagni degli spogliatoi, poi c’è la mina vagante Balotelli. Mi dicono che non regga mai una stagione intera ad alto livello, il problema è che tutto per noi si decide in 90’: e se Balotelli si alza con il piede giusto, in una singola gara può mandare in tilt chiunque". 

Chi vince andrà molto lontano in questo Mondiale?
"Chi vince dovrà essere bravo a recuperare velocemente energie fisiche e mentali, perché al termine di questi 90’ i vari serbatoi saranno sicuramente in riserva. C’è il rischio di un flop negli ottavi...". 

Recoba, andrà avanti a giocare nel Nacional?
"Ancora un anno penso, poi stop". 

Che effetto le fa un campionato italiano così povero di talenti?
"Non ci sono i soldi di una volta, e i fuoriclasse costano. Quelli affermati però. A calcio giocano parecchie centinaia di milioni di ragazzi, alcuni dei quali potenziali fenomeni che rischiano di non essere mai scoperti. E allora i club italiani devono solo cambiare mentalità, struttura: investano forte sullo scouting, e tutto sarà possibile, anche mandare sportivamente gambe all’aria le ricchissime corazzate del momento. Il Mondiale brasiliano sta insegnando questo: c’è tanto materiale umano sconosciuto in giro per il pianeta calcio". 

Sezione: News / Data: Lun 23 giugno 2014 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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