Enrico Letta, segretario del Pd, parla della Super League da tifoso e da europeista nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

L’Europa immaginata dai grandi club scissionisti intanto è un’Europa molto piccola. Per ora si tratta di tre nazioni. Ed è un’Europa che guarda agli Stati Uniti d’America.
"Ma l’Europa è diversa degli Stati Uniti! È l’Europa delle 40 capitali diverse che spesso si raggiungono fra loro con mezz’ora di aereo, delle 40 bandiere, delle 40 lingue, delle 40 storie. L’Europa è l’emozione di vedere la maglia a strisce orizzontali del Celtic Glasgow, è seguire le imprese dell’Atalanta e quelle del Leicester, è entusiasmarsi per il fascino di un derby di Lisbona fra Sporting e Benfica. Dobbiamo difendere tutto questo".

C’è un varco per la mediazione?
"Ho un dubbio che mi fa pensare sia possibile. Vorrei verificare se dietro questa vicenda si possa nascondere un negoziato in una vertenza nata da un cambiamento della formula della Champions League, che ai grandi club non piace. Potrebbe essere una possibilità. Per il resto si tratta di una cosa tanto enorme quanto irrealizzabile, quando ho letto le prime informazioni sono rimasto senza parole. Un progetto profondamente sbagliato. Tanto più in un momento drammatico come questo".

Si riferisce alla pandemia?
"Ecco, mi colpisce il “tempismo” di questa operazione. Di fronte a una crisi così grande come quella che stiamo vivendo, non c’è lo stare tutti sulla stessa barca, la cooperazione, il cercare di dare una risposta comune, ma l’esatto contrario. L’Europa ha risposto alla pandemia con la solidarietà e il programma Next Generation Eu, quest’Europa della Superlega è una lussuosa scialuppa di salvataggio che salva solo pochi e butta a mare gli altri".

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Sezione: News / Data: Mar 20 aprile 2021 alle 22:54 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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