Interessante e originale. Così il Corriere della Sera giudica un passaggio della conferenza stampa di Stefano Pioli. "«Dobbiamo giocare con passione», ha detto Pioli. E l’ha ripetuto: «Per me l’obiettivo più importante è che i giocatori entrino con una passione enorme per mettere sotto gli avversari». Ok, è molto a rischio retorica sottolinearlo. Però vale la pena, perché retorico non è stato Pioli nel richiamarsi a quella parola che, in fondo, è il vero principio fondante del calcio, volendo anche prima della tecnica individuale di ogni giocatore".

Poi, il commento di Tommaso Pellizzari continua: "Non era, evidentemente, una frase preparata né un’astuta strategia comunicativa: solo la spiegazione più semplice del perché uno ha passato la vita a guardare rotolare o a prendere a calci un pallone. Al suo posto, quasi tutti i colleghi di Pioli avrebbero usato una parola molto più abusata (e meno adatta) come «motivazione». Che potrebbe sembrare, ma non è, un sinonimo.Non si va allo stadio o non si gioca ai giardinetti per motivazione. Siamo tuttavia abituati ad attribuire la passione per il calcio ai tifosi, dimenticando che (teoricamente) anche nei calciatori (e negli allenatori) ce ne dev’essere altrettanta, se non di più. Ce ne siamo dimenticati per tanti motivi, in primis il fatto che molti di loro stessi danno tutto per farcelo scordare. Ma ce l’hanno ed è anche per questo che Pioli sente di dovere ripartire da lì. Se ci riuscirà avrà fatto un favore (nell’ordine) a se stesso e all’Inter. Magari pure al calcio italiano, ma qui altro che retorica. Restiamo quindi ai fatti: il presunto Normalizzatore (che non vuole essere chiamato così) ha iniziato con una piccola rivoluzione".

Sezione: News / Data: Gio 10 novembre 2016 alle 18:48 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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