A 40 anni dalla conquista dello Scudetto numero 12 da parte dell'Inter di Eugenio Bersellini, Sky Sport interpella tre dei protagonisti di quella splendida cavalcata, ovvero Carlo Muraro, Domenico Caso ed Evaristo Beccalossi. Queste le loro parole:

Caso: “Avevo capito che eravamo di fronte ad un gruppo straordinario, con delle persone splendide e un tecnico eccezionale. Beccalossi? Era una croce per noi, pensavate a me, Oriali e Marini correre per lui… Comunque riuscimmo a costruire un mosaico tattico splendido. L’anno dopo non riuscimmo ad andare in finale di Coppa Campioni venendo frenati in semifinale dal Real Madrid. Sono orgoglioso di quel gruppo”.

Muraro: “E’ stata una grande gioia ottenere quello Scudetto, avevamo dei dirigenti che ci insegnarono in primo luogo cosa volesse dire fare parte di una grande società". 

Beccalossi: “Forse la cosa che mi ha colpito è stata la spontaneità di quella squadra. Credo che la caratteristica di quella squadra era il fatto che amassimo tutti la maglia. Andavamo in campo con la volontà di vincere, senza fare calcoli e ragionamenti. Eravamo guidati da un grande tecnico e con un preparatore tecnico eccezionale. Se fossimo rimasti in quel modo, saremmo rimasti protagonisti per alcuni anni. Io croce e delizia? Messaggiando coi miei ex compagni, mi dicevano che loro correvano per me e io risposi: ‘Ah, ma volevate che corressi?’… Comunque ho uno splendido ricordo. Bersellini è stato un grande personaggio, ho degli aneddoti che porto con me su di lui che mi prendeva da parte e cercava di scuotermi e stimolarmi. Anche se a 22 anni certe cose magari non le capisci, a un certo punto però gli dissi che non poteva mettermi sempre in ritiro”.

Sezione: News / Data: Lun 27 aprile 2020 alle 13:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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