Beppe Bergomi elogia Mauro Icardi e lo paragona a Roberto Boninsegna, altro grande bomber della storia interista. "Faccio sempre una premessa, non solo su Icardi ma su tutti, vedendo che Hamsik ha fatto più gol di Maradona. Il calcio di oggi è diverso. Se ritorno ad Altobelli, Boninsegna, a Serena, penso al fatto che venivano «picchiati», che veniva sempre favorito un gioco difensivo: adesso il gioco è molto più favorevole agli attaccanti. Tutte le regole sono andate verso di loro. Ma Icardi è un giocatore speciale: soprattutto dentro l’area di rigore si sa muovere alla perfezione, sa quando andare ad attaccare alle spalle del difensore, sa quando si deve staccare, sa trovare il tempo giusto anche tra i due difensori facendo finta di andare incontro, ma poi tagliando alle spalle. Icardi è cresciuto in consapevolezza e autostima. È partito con una media gol impressionante, come Angelillo e Meazza. Ma se dovessi scegliere un bomber del passato che ho visto e vissuto, direi che Icardi mi ricorda molto Boninsegna. Mauro ha una bella struttura, ma non è un «gigantone», eppure è forte di testa. Boninsegna era quello. Era forte in acrobazia, e Icardi lo è. Altobelli era un giocatore diverso: un grande attaccante, ma uno di manovra. Aldo Serena aveva altre caratteristiche ancora: era più forte di testa, ma magari meno abile con i piedi. Mauro è argentino come Milito, ma devo sforzarmi per trovare delle analogie diverse da qualche sterzata palla al piede: Milito dribblava, ma non aveva lo stacco di testa di Icardi. Per un difensore, le difficoltà sono enormi, perché i suoi movimenti sono micidiali: ormai nessuno marca più a uomo, ma anche andandolo a cercare lui ha sempre il modo di anticipare gli avversari, che sia su un cross di Candreva, o D’Ambrosio, o Perisic. I movimenti alle spalle dei difensori sono quelli che sorprendono maggiormente. Ma attenzione: non è detto che i 30 gol di Icardi vogliano dire vincere lo scudetto".

Sezione: News / Data: Mer 20 dicembre 2017 alle 10:26 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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