Un brutto deja-vu, una sensazione di impotenza dopo due mesi incredibili, che hanno ridefinito la stagione dell’Inter. All’Atleti Azzurri d’Italia, tuttavia, la squadra di Spalletti perde se stessa e viene sopraffatta da un’Atalanta ordinata, che fa cose semplici ma le fa al triplo della velocità di Icardi e compagni. L’undici iniziale scricchiola soprattutto in fase difensiva, mentre lì davanti Maurito si è trovato spesso troppo solo, senza l’aiuto di Perisic e di un opaco Politano. Ma sarebbe troppo racchiudere un 4-1 alla spiegazione di qualche d’uno sottotono. L’Inter ha vacillato ed è carambolata in una prestazione orrida, che non cancella nulla di quanto fatto finora. Dopo il secondo ciclo di 6 partite in 19 giorni, un capitombolo poteva starci. Le proporzioni della sconfitta non ingannino: l’Atalanta ha meritato questi quattro gol, soprattutto nel primo tempo. Ma sotto questa debacle c’è di più per una squadra stanca che, al ritorno dalla sosta, avrà un altro tour de force: Frosinone in casa, poi a Londra per la gara decisiva nella corsa agli ottavi di Champions League, e infine Roma e Juventus a distanza di una settimana. 

Problema laterale - L’Inter è andata sotto subito, quasi sopraffatta dallo stile che ha contraddistinto l’Atalanta in questi anni di gestione Gasperini. Gli esterni e il centrocampo di Spalletti non hanno trovato risposte valide per controbattere alla costruzione laterale dei bergamaschi, che hanno sfruttato la poca prontezza della linea difensiva interista per irrompere in area di rigore e presentarsi a più riprese davanti ad Handanovic. Non è un caso che l’azione del gol atalantino parta da una fascia e si concluda dall’altra parte, con la spaccata di Hateboer: l’Inter ha sofferto moltissimo i cambi di gioco, di ritmo orchestrati da Gasperini e finalizzati dalle giocata di Zapata e Ilicic, tornato in forma strepitosa. Asamoah e D’Ambrosio sono in netta difficoltà e non reagiscono, mandando in difficoltà Miranda e Skriniar. Il centrocampo non tiene le distanze e si squaglia a causa delle maglie larghe dell’Atalanta. Il pressing offensivo è inesistente e la squadra di Gasperini fa ciò che vuole. 

I buchi della difesa - L’Inter ha costruito la sua stratosferica rincorsa ai primi posti della classifica grazie alla solidità difensiva di un undici che difendeva compatto, reattivo sui cambi e al tempo stesso aveva una certezza inossidabile in Milan Skriniar, il giocatore in grado di avere la meglio in ogni 1vs1 cui prenda parte. Ieri non è stato così, anzi: Skriniar è stato uno dei più in difficoltà, portato spesso fuori posizione da Zapata e Gomez. Senza una guida vocale come De Vrij, perde qualcosa anche nelle letture difensive: come Asamoah, viene preso spesso alla spalle da un’Atalanta che arriva da tutte le parti. Non è un caso che l’Inter subisca i primi due gol della stagione su palla inattiva quando manca De Vrij: gira tutto storto, e gli episodi condannano l’Inter a una sconfitta durissima da digerire, soprattutto dopo il periodo magico che la squadra ha vissuto.

Timidezza - E dire che l’Inter l’aveva ripresa, dopo un primo tempo orrido. Il tocco di mano di Mancini era stato provvidenziale per rimettere l’Inter in carreggiata, propiziando il gol di Icardi che per la prima volta in carriera va a segno per cinque partite consecutive in Serie A. Nonostante ciò, i calci piazzati sconfessano la grinta della squadra: lo stesso Mancini condanna l’Inter ad un nuovo inseguimento che non si concretizza nel pareggio. I cambi non aiutano la squadra, visto che Keita è evanescente e Vrsaljko per Miranda crea solo confusione: non c’è un sussulto in una giornata nera. Passerà, come è già successo in passato. E sicuramente l’Inter si ricompatterà, ma quel che rimane del pomeriggio di Bergamo è un’Atalanta straripante che ha mandato ko l’Inter senza possibilità di replica. 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 12 novembre 2018 alle 08:00
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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