"Mi sono innamorato dell'Inter fin dal primo giorno perché ho capito soprattutto il lato umano di questa società, che non è da tutti". Esordisce così Javier Zanetti ai microfoni di InterTV per celebrare il suo percorso all'Inter, dall'arrivo alla conquista della Champions League, e l'ingresso nella Hall Of Fame nerazzurra. Prezioso contributo anche di Massimo Moratti, il presidente che lo portò a Milano, che ricorda: "Erano andate in Argentina un gruppo di persone per cercare un centravanti e avevo segnalato una partita dell'Under 21 della Albiceleste. In questa cassetta Zanetti era spettacoloso".

"Insistetti sul fatto che comprassero Zanetti, e solamente dopo di continuare la ricerca dell'attaccante. Javier fu una scelta molto voluta. Ricordo che sul rush finale della trattativa mi chiamarono e mi chiesero se fossi proprio sicuro di prendere un terzino. Io svegliai mio figlio Angelo Mario e gli dissi: "Senti, guardiamoci ancora la cassetta cinque minuti e poi vediamo per avere la certezza definitiva. Ci bastò un minuto per definire Javier "fantastico". Richiamammo subito per dire: "Prendetelo, senza dubbio"".

L'ex capitano ha poi proseguito ricordando: "La vittoria della Coppa UEFA fu una serata indimenticabile. C'era mio padre in tribuna con mia moglie Paula. Era il mio primo trofeo europeo ed è stata una notte magica, in uno stadio come quello. Ho avuto la fortuna di segnare un gol importante, decisivo per la vittoria. Rimarrà per sempre perché è stato il primo. Al ritorno in Italia, in quel momento, voleva dire tanto. La finale di Champions? Una grandissima emozione e grandissima tensione per affrontare una finale che non arrivava da tantissimo tempo e per tanti di noi poteva essere l'ultima possibilità. Personalmente, avendo 37 anni, magari non mi capitava più. L'orgoglio e l'onore di portare quella fascia lì in una partita così importante. Mi torna in mente quando scendemmo in campo per il riscaldamento e vidi la nostra curva piena: credo che in ognuno di noi è scattato quel senso di appartenenza e quella voglia di dire: "Questa è la nostra e non possiamo rendere infelici i nostri tifosi". Quando alzo il trofeo, la mia faccia parla per me: ha mostrato tutta la mia felicità per aver conquistato un titolo che rimarrà nella storia di tutti noi".

"L'ingresso nella Hall Of Fame dell'Inter per me ha un grandissimo significato ed è una grandissima emozione. Essere con Giacinto Facchetti che dal primo giorno mi ha aspettato per la mia presentazione, mi ha fatto capire cosa voleva dire difendere la maglia dell'Inter, e con 'Lo Zio' Bergomi, che mi ha dato la fascia... Mi vengono in mente anche Picchi, Samuel, Cordoba, tanti difensori che hanno scritto pagine di storia di questa società. Essere il primo ad entrarci è un risultato importante. Non potrei chiedere di più. E' ancora una volta la dimostrazione dell'affetto della gente. Essere interista vuol dire onore, fierezza per la propria maglia e io posso dire che mi sono innamorato dell'Inter non dopo una vittoria, bensì dopo una sofferenza. Ecco per me già questo è un valore unico. E' una storia di amore fantastica che non finirà mai perché porterò l'Inter nel mio cuore sino all'ultimo giorno della mia vita".

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Sezione: Focus / Data: Ven 30 marzo 2018 alle 20:01
Autore: Filippo M. Capra / Twitter: @FilippoMCapra
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