"Sono arrivato in una delle più grandi squadre del mondo". Così Ezequiel Schelotto racconta ai microfoni del quotidiano argentino Olé la sua avventura in Italia, culminata con il passaggio in nerazzurro: "Sei mesi dopo la prima convocazione nella Nazionale di Prandelli ho iniziato a giocare nell'Inter, fra le più grandi del mondo, e soprattutto con il mio idolo, Javier Zanetti, che ho sempre ammirato". El Galgo, non convocato per il raduno da Mazzarri, sogna di continuare ad indossare la maglia nerazzurra, intanto esclude anche un possibile ritorno in Argentina: "Non saprei. Immagina la differenza, non giocare e mettere dentro un gol in un derby fra Inter e Milan davanti a 70mila spettatori e con la mia famiglia in tribuna. Ho 24 anni e mi trovo bene qui".

Che tipo di giocatore è Schelotto? "Il mio soprannome è Galgo (levriero, ndr) perché sono veloce. Ho sempre giocato da interno destro a centrocampo, anche se ultimamente ho fatto anche l'esterno. Corro tanto nei 90 minuti. A volte mi paragonano a Jonás Gutiérrez e a Camoranesi. Il mio sogno più grande? Giocare un Mondiale con l'Italia. Sono ancora giovane e non mi frena niente. Mia madre mi dice sempre: "L'importante è arrivare, ma il difficile è mantenersi". Bisogna essere umili e pronti al sacrificio".

E proprio sulla chiamata in azzurro Schelotto ammette di sentirsi "orgoglioso della mia decisione di accettare la Nazionale. L'Argentina mi ha chiuso le porte, mentre l'Italia me le ha aperte. È stata un'emozione bellissima essere convocato da Prandelli nell'elenco preliminare per gli Europei. Eravamo in trenta e sono rimasto fuori, però mi ha fatto molto felice perché vuol dire che il c.t. mi considera".

Sezione: Focus / Data: Lun 08 luglio 2013 alle 13:36
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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