"Più Van Gaal che Cruijff. Meno profeta di Johann, meno rigido di Louis, più simpatico con i giornalisti". Così la Gazzetta dello Sport descrive Frank De Boer, da tutti ormai indicato come prossimo allenatore dell'Inter. Ex difensore centrale dal piede educato, cresciuto sotto l'egida di Van Gaal prima all'Ajax e poi al Barcellona. "De Boer è abituato ad andare per gradi. A differenza di altri olandesi, per esempio Van Basten, ha voluto per se stesso un percorso lineare: allenatore nel settore giovanile del club della sua vita, poi assistente in nazionale (era l’influente vice di Van Marwijk al Mondiale 2010) - si legge -. L’Ajax dei grandi arriva all’improvviso, quando Martin Jol se ne va sbattendo la porta due giorni prima di una decisiva gara di Champions League contro il Milan già qualificato. E’ il dicembre 2010. De Boer non fa in tempo a cambiare armadietto che già deve salire sul volo per Milano: batte un Milan svogliato e da lì scocca il colpo di fulmine con i suoi giocatori".

Sono quattro i titoli consecutivi di Eredivisie vinti con i Lancieri, che prima del suo avvento non trionfavano da ben sette anni in patria. Nell'ultima stagione, invece, l'amaro è in coda, quando l'Ajax perde il titolo all'ultima giornata. Ed è divorzio. 

"De Boer è l’uomo che ha fatto crescere talenti: EriksenBlind e altri - ricorda la rosea -. E’ l’uomo della difesa alta e del calcio verticale, ma non è un fanatico del sistema. All’inizio aveva scelto il 4-3-3 perché è così che si gioca a Amsterdam. 3-4-3, 4-2-3-1, 4-3-3, magari altro: dopo aver passato una vita da calciatore in giro per il mondo, De Boer ha imparato l’arte della flessibilità. Su un punto è irremovibile: vuole avere tempo per costruire, senza la fretta tipica ad esempio del calcio italiano. Non è un filosofo del pallone, De Boer, ma ha una sua coerenza: vuole vedere la sua squadra giocar bene, anche se non possiede il furore assoluto di altri grandi del calcio olandese. Nato difensore, ha spesso cercato di correggere gli eccessi di un calcio troppo bello per essere vero".

All'Inter dovrebbe restare almeno tre anni. Con lui porterà quasi sicuramente Orlando Trustfull, che aveva ingaggiato all’Ajax scontentando l’ex interista Bergkamp. "Parla quattro lingue (olandese, inglese, spagnolo, tedesco) e non farà fatica a impararne una quinta - si legge -. Le bizzarrie della Serie A, quelle sì forse faticherà a digerire. Ma è stato a lungo un ragazzo con la valigia e anche questo conta".

Sezione: Focus / Data: Lun 08 agosto 2016 alle 08:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print