"La muta si può dire terminata all’Olimpico, con questo spettacolare 3-0 alla Roma che ha portato l’Inter al secondo posto a -1 dal Milan. Il Biscione ha cambiato pelle: non è più solo solidità e potenza, è soprattutto bellezza - sottolinea la Gazzetta dello Sport -. Una trasformazione quasi lombrosiana. L’Inter di Conte prima rifletteva il fisico compatto di un ex mediano da lotta; quella di Inzaghi si specchia nei lineamenti eleganti e cinematografici di un ex centravanti leggero. Il manifesto estetico di Simone è stato il secondo gol, arrivato in coda a un palleggio da Camp Nou, corto, preciso insistito, tra Perisic, Correa, Bastoni, Calhanoglu che ha portato in rete Dzeko".

Ieri una gara a senso unico che più a senso unico non si può: molto raro vedere tanto distacco in Serie A, e non solo per quanto riguarda due big. "Al termine della muta, l’Inter di Inzaghi ha un punto in più di quella di Conte e una migliore differenza reti. Con i tre gol di ieri ha voluto appiccicare le sue figurine su quelle del predecessore. Ci avete fatto caso? Hanno segnato Dumfries, Calhanoglu e Dzeko, cioè le controfigure di Hakimi, Eriksen e Lukaku - evidenzia la rosea -. Nei punti in cui avrebbe dovuto indebolirsi, l’Inter ha mostrato invece punti di forza. Con Salernitana, Cagliari e Torino come prossime tappe e, con le concorrenti che si incrociano, l’Inter si è messa in testa il sorpasso di Natale. Ma, soprattutto, può sognare il bersaglio grosso, anche perché ha alternative all’altezza, che, per esempio, hanno reso trascurabile l’assenza di De Vrij, totem difensivo, e quella di Lautaro, ben sostituito da Correa, che però si è infortunato. Unica amarezza della trionfale vacanza romana".

Sezione: Focus / Data: Dom 05 dicembre 2021 alle 08:29
Autore: Alessandro Cavasinni
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