"Il Meazza si aspettava la LuLa ma si gode una conferma e una sorpresa. La prima è tutta made in Lautaro, perché da Barcellona al Dortmund, in 21 giorni, il Toro si è preso l’Inter. Quattro partite tutte a segno, 5 gol filati e quell’urlo strozzato dagli undici metri. Resta una cinquina che lascia il segno. Al Camp Nou e con la Juve i suoi gol non hanno dato punti, ma contro Sassuolo e Borussia hanno pesato eccome. Un anno fa, di questi tempi, era tutto un altro Lautaro: appena un gol nel pallottoliere (con il Cagliari), tanta panchina, la Champions solo assaggiata. I giorni del Toro si incrociano con il giorno di Esposito. Seba doveva essere con l’Under 17 azzurra al Mondiale ma l’infortunio di Sanchez ha cambiato i piani. D’altronde la storia, a volte, gira per una pura casualità. E così Seba si trova a prendere il posto dell’amicone Lukaku dopo un’ora. Spalletti l’aveva fatto diventare il più giovane interista di sempre in Europa a marzo contro l’Eintracht (a 16 anni e 255 giorni), ora solo Bergomi lo batte in nerazzurro tra Champions e Coppa Campioni (con 17 anni e 72 giorni lo Zio lo batte di un’incollatura). Una medaglia non da poco, per un ragazzo che vale. E che davanti al Borussia non trema. San Siro lo abbraccia, lo accoglie con un boato e lo tira su a ogni pallone toccato. Compreso l’urlo del rigore conquistato. Peccato per l’errore del Toro e per il mancato tap-in di Seba: la favola sarebbe stata perfetta, ma già così è bellissima". Lo scrive stamane la Gazzetta dello Sport.

Sezione: Focus / Data: Gio 24 ottobre 2019 alle 08:27 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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