Felipe torna a parlare di Inter e lo fa in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. "Mi tolgo i sassolini. A Firenze Prandelli mi faceva giocare terzino, ma giocavo. Andato via lui, Corvino, il d.g. di allora, mi disse che dovevo andarmene. Dissi di no, ci fu un lungo braccio di ferro. Lui urlava, io lo invitavo a stare calmo. Ma forse, più che con lui, ho patito quando ho lasciato Udine, è stato il momento peggiore, Marino non mi faceva giocare. Poi i guai di Parma".

Finisce all’Inter e Mancini le regala 4 gettoni, ma all’ultima a San Siro con l’Empoli si fa male. 
"Non riuscivo a trattenere le lacrime. Resistetti 10 minuti, un contrasto con Mchedlidze, poi dovetti abbandonare. Non volevo. Ma quei quattro mesi all’Inter mi hanno ridato l’autostima, mi hanno fatto risentire un calciatore e fatto capire che posso stare in una big. Ho dato attenzione ai particolari, all’alimentazione. Grazie Mancini".

Non è bastato: estate con la Tarcentina. Finché? 
"Un giorno, ad agosto, mi chiama Claudio Vagheggi e mi dice che potrei tornare all’Udinese. Io sogno ancora l’Inter. Poi parlo con Gino Pozzo. Che mi propone un contratto basso (fino al giugno 2017, ndr), ma con degli incentivi. Se gioco di più guadagno di più". 

E adesso in campo contro la Juve. 
"La Juve non è quella dell’andata purtroppo. Hanno i singoli, sono forti nei contrasti, hanno forza fisica e Bonucci è il nuovo regista. Ma per me il Napoli è ancora più forte". 
 

Sezione: Focus / Data: Dom 17 gennaio 2016 alle 12:58 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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