Federico Dimarco è protagonista oggi di un'intervista a Tuttosport. "Rinnovo o primo gol a San Siro per Natale? Non voglio scegliere", esordisce l'esterno. Al rinnovo sta pensando l'agente (Beppe Riso, ndr). "Io preferisco rimanere concentrato sul campo e non distrarmi dalle cose che contano. Sono sincero: non vedo l’ora di firmare", aggiunge.
Il primo gol al Meazza sarebbe potuto arrivare già contro l'Atalanta, ma Dimarco ha tirato un penalty sulla traversa. Giura che se dovesse ricapitare andrebbe di sicuro. "Ma tanto non ricapiterà (ride, ndr). Quel giorno mi ero mostrato sereno, ma in verità mi era cascato il mondo addosso. Poi col passare dei giorni l’ho smaltita". E ha continuato, nonostante l'errore, ha giocare in alternanza a Bastoni e Perisic con grande sicurezza. La sua importanza è certificata anche dal fatto che, dopo Calhanoglu, è il tiratore scelto della squadra per corner e punizioni. "Nel calcio di oggi sono davvero importantissimi i calci da fermo, sia a favore che contro. Penso ai big match dove a volte basta un episodio, oppure contro le squadre che ci affrontano molto chiuse in difesa. Noi ci lavoriamo molto e si vedono i risultati".
Da grande tifoso tiene parecchio a far parte della squadra che potrebbe cogliere la seconda stella. "Moltissimo, ma non ci voglio proprio pensare", dice aggiungendo che dopo l'addio di Lukaku poteva certamente andare in modo diverso. "Romelu ha fatto cose importantissime qui, però l’Inter non era solo Lukaku e lo sta dimostrando con giocatori nuovi come Dzeko e Correa che finora hanno fatto molto bene. Io ho sempre creduto in questa squadra, anche quando eravamo a meno sette da Milan e Napoli". Diverso e più complicato il discorso in Champions contro il Liverpool. "Affronteremo una delle tre squadre più forti d’Europa, sarà dura. Partiamo sfavoriti, ma siamo l’Inter e ci proveremo".
Tanti i meriti di Inzaghi. "Tantissimi. Il mister ci fa star davvero bene. A livello umano ha un ottimo rapporto con tutti, il gruppo è molto unito. Differenze con Conte? Il modo di fare calcio fra i due è diverso. Per esempio con Inzaghi facciamo molte rotazioni. Mi aveva colpito molto il modo di lavorare di Conte, il rapporto che creava fra lui e i giocatori. Juric? Quando ho iniziato a giocare con continuità, il mister mi ha proprio cambiato. A volte ha iniziato a schierarmi da terzo di difesa, un ruolo che mai avrei pensato di poter fare. Lui è riuscito a mettermi in testa che invece era nelle mie corde. Alla fine ha avuto ragione lui e la fase difensiva, uno dei miei punti deboli, è migliorata molto. Mi hanno dato tanto, Juric e il suo staff, li ringrazierò sempre. Juric è bravo, porta risultati, per noi non sarà semplice".
L'obiettivo, in ogni caso, è stato sempre quello di tornare alla base. "Sin da quando sono andato ad Ascoli nel 2016 ho sempre avuto l’obiettivo di tornare e rimanere a lungo", dice, indicando in Stefano Vecchi una figura fondamentale per la sua crescita. "Mi ha fatto crescere molto, facendomi credere di più nelle mie potenzialità". Coronato il sogno del rientro c'è quello di poter giocare col fratello Christian. "Sarebbe bello, un sogno, però lui adesso deve pensare a giocare, a divertirsi e migliorare".
Il primo gol al Meazza sarebbe potuto arrivare già contro l'Atalanta, ma Dimarco ha tirato un penalty sulla traversa. Giura che se dovesse ricapitare andrebbe di sicuro. "Ma tanto non ricapiterà (ride, ndr). Quel giorno mi ero mostrato sereno, ma in verità mi era cascato il mondo addosso. Poi col passare dei giorni l’ho smaltita". E ha continuato, nonostante l'errore, ha giocare in alternanza a Bastoni e Perisic con grande sicurezza. La sua importanza è certificata anche dal fatto che, dopo Calhanoglu, è il tiratore scelto della squadra per corner e punizioni. "Nel calcio di oggi sono davvero importantissimi i calci da fermo, sia a favore che contro. Penso ai big match dove a volte basta un episodio, oppure contro le squadre che ci affrontano molto chiuse in difesa. Noi ci lavoriamo molto e si vedono i risultati".
Da grande tifoso tiene parecchio a far parte della squadra che potrebbe cogliere la seconda stella. "Moltissimo, ma non ci voglio proprio pensare", dice aggiungendo che dopo l'addio di Lukaku poteva certamente andare in modo diverso. "Romelu ha fatto cose importantissime qui, però l’Inter non era solo Lukaku e lo sta dimostrando con giocatori nuovi come Dzeko e Correa che finora hanno fatto molto bene. Io ho sempre creduto in questa squadra, anche quando eravamo a meno sette da Milan e Napoli". Diverso e più complicato il discorso in Champions contro il Liverpool. "Affronteremo una delle tre squadre più forti d’Europa, sarà dura. Partiamo sfavoriti, ma siamo l’Inter e ci proveremo".
Tanti i meriti di Inzaghi. "Tantissimi. Il mister ci fa star davvero bene. A livello umano ha un ottimo rapporto con tutti, il gruppo è molto unito. Differenze con Conte? Il modo di fare calcio fra i due è diverso. Per esempio con Inzaghi facciamo molte rotazioni. Mi aveva colpito molto il modo di lavorare di Conte, il rapporto che creava fra lui e i giocatori. Juric? Quando ho iniziato a giocare con continuità, il mister mi ha proprio cambiato. A volte ha iniziato a schierarmi da terzo di difesa, un ruolo che mai avrei pensato di poter fare. Lui è riuscito a mettermi in testa che invece era nelle mie corde. Alla fine ha avuto ragione lui e la fase difensiva, uno dei miei punti deboli, è migliorata molto. Mi hanno dato tanto, Juric e il suo staff, li ringrazierò sempre. Juric è bravo, porta risultati, per noi non sarà semplice".
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