Ospite in collegamento Instagram assieme al giornalista Giammarco Menga, l'ex difensore nerazzurro e della Nazionale Italia Giuseppe Bergomi ha parlato anzitutto della questione inerente alla ripresa del campionato, sospeso a causa del coronavirus.
"Tendenzialmente sono per finire il campionato, ma in massima sicurezza e seguendo tutte le disposizioni indicate dai medici. In un'ottica sportiva mai come quest’anno si era creato un certo equilibrio al vertice, a maggior ragione dunque si dovrebbe concludere. Tutte le società Serie A hanno la possibilità di riprendere in sicurezza, mentre altri club delle serie minori si trovano in maggiore difficoltà. Bisogna tener conto di questi aspetti e di tutte le categorie a mio avviso, in un'ottica di ripresa".
La parola, poi, passa all'esperienza in azzurro, dal momento di maggiore emozione di quel mondiale vinto in Spagna nel 1982 al rammarico più grande vissuto in Nazionale.
"Il momento che ricordo con maggiore emozione è senz'altro la parata di Zoff sul colpo di testa di Oscar nell'incontro col Brasile della fase a gironi. Quello sarebbe stato il gol del 3-3, invece Dino ci salvò con un intervento straordinario. Lo reputo un autentico maestro di vita: lui aveva 40 anni, io invece solo 18, è stato una colonna portante per me e per tutto quel gruppo. Il rammarico più grande, invece, è stata la semifinale del 1990 contro l'Argentina, una ferita ancora aperta; eravamo davvero un grande gruppo, con tantissimi nomi del calibro di Maldini, Baresi, Baggio, Donadoni... eravamo davvero una grande squadra e venivamo da un bellissimo percorso, dal momento che non avevamo mai perso una partita. Si respirava un'atmosfera surreale a Napoli, coi tifosi da un lato a tifare Italia e dall'altro a non poter negare il proprio amore per Maradona, nostro avversario. Fu davvero un grande rammarico uscire".
Bergomi, poi, è intervenuto su due ex compagni in nerazzurro: Lothar Matthäus e Ronaldo.
"Lothar aveva una mentalità vincente: per vincere senz’altro ci occorreva la mentalità del campioni, che lui e Breme ci portarono. Aveva voglia di mettersi in gioco e di trascinarci, anche nei momenti di difficoltà. La sua mentalità era davvero unica, sapeva ispirare un carisma davvero unico. Ronaldo, dall'altra parte, è stato un fuoriclasse: nonostante i problemi fisici è comunque riuscito a vincere un mondiale e come capocannoniere. Nonostante gli infortuni si capiva il suo indiscusso valore. Nel 97-98 ha fatto un qualcosa di unico, una stagione straordinaria. Per qualità è stato davvero unico".
Il discorso si sposta poi sull'Inter del presente, soffermandosi sul nome di Lionel Messi accostato all'Inter e sulla possibilità di vedere Lautaro Martinez lontano da Milano.
"Penso si tratti di pura utopia. Messi non ce lo vedo al di fuori del Barcellona, dove tendenzialmente sta bene, vederlo altrove mi sembra impossibile. Si tratta poi di uno sforzo economico incredibile. L’Inter è si in crescita, ma voglio essere realista, non ci credo molto. Per quanto riguarda invece Lautaro Martinez, sarebbe da tenere secondo me, è quel giocatore che sta crescendo e del quale l'Inter sta prendendo gli anni migliori. Sentivo di Griezmann, ma la differenza di età è troppa a mio avviso. Lautaro non lo lascerei per uno scambio, ma se il Barça pagasse i 111 milioni l’ideale sarebbe Timo Werner. Crea superiorità, ottimo negli inserimenti, creerebbe un grande tandem con Lukaku. Se Lautaro dovesse rimanere lo reputo comunque un potenziale campione, su questo non ho alcun dubbio, è in netta crescita".
Bergomi ha quindi detto la sua in merito al ruolo di Alessandro Bastoni in questa Inter.
"Bastoni è il tipico difensore moderno. È mancino, ha personalità e sa giocare a calcio; lo conosco dai tempi delle giovanili dell’Atalanta e fin dall’Under-17 della nazionale. Come tutte le cose, essendo giovane, deve crescere ancora su certi aspetti, come difendere in campo aperto dal momento che l’Inter vuole tenere un baricentro alto nel suo gioco. Deve migliorare e crescere, fin qui ha commesso qualche errore, è vero, ma in fin dei conti chi non sbaglia? Se dagli sbagli cresci allora ben venga. Lui è questo tipo di calciatore: essendo un classe 99 ha ampi margini, sta migliorando molto e deve continuare così".
Nel corso dell'intervista spunta poi un paragone fra Nicolò Barella e Nicola Berti.
"Mi piace come paragone, entrambi hanno temperamento e cambio di passo. Nicola aveva una velocità e tempi di inserimento che Barella ancora non ha, ma è una questione di ruolo secondo me. Come piedi dico Barella, come forza fisica invece Berti, si tratta comunque di un paragone interessante".
Il discorso si sposta poi su Ashley Young e Christian Eriksen, entrambi approdati a gennaio in nerazzurro.
"Young si è dimostrato fin qui l'acquisto migliore fra quelli arrivati a gennaio. Sta facendo il massimo e lo sta facendo bene. L'unico deficit è essere destro e dover rientrare partendo dalla sinistra, ma si sta destreggiando molto bene per la causa nerazzurra. Eriksen, invece, nel 3-5-2 trova poco spazio secondo me. Sotto questo aspetto Conte ha avuto delle difficoltà, per valorizzarlo si potrebbe cambiare il modulo in un 3-4-1-2, personalmente manterrei comunque una difesa a 3; cercherei di adattarmi a Eriksen, in modo da valorizzarlo. Lo vedo bene dietro alle punte, da mezzala si è anche sacrificato ma non è il suo ruolo, lo si è visto, non è un giocatore che ama andare a contrasto. In Inghilterra tatticamente era più libero, non aveva tutti i compiti richiesti qui. Lui si deve adattare al nostro calcio, e al tempo stesso Conte deve trovare la giusta soluzione per farlo rendere. Antonio è uno dei migliori allenatori, sono sicuro troverà la quadratura del cerchio".
Un commento, infine, su due nomi accostati da tempo al mercato dell'Inter: Sandro Tonali e Manuel Locatelli.
"Tonali sa coprire più ruoli, può giocare come trequartista alla Nainggolan, anche se per me l’ideale è da mezzala. Locatelli invece lo conosco bene: il cambio al Sassuolo lo ha giovato, ripartire dall'esperienza al Milan gli ha giovato molto, è un giocatore molto interessante".
Stefano Carnevale Schianca
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