Il calcio sudamericano è ormai fucina di talenti e acquisti indispensabile per i club italiani e anche per l'Inter. Con l'operazione Juan in corso d'opera e tante altre idee che balzano da Brasile e Argentina, FcInterNews.it ha contattato l'esperto di calcio sudamericano nonché voce di Sportitalia Stefano Borghi per una full immersion sui nomi più caldi del momento.

Stefano, partiamo da Juan dell'Internacional, un obiettivo concreto dell'Inter. Ci descriveresti questo elemento?
"Juan è un difensore centrale mancino molto promettente. Fisicamente è estremamente robusto e ha anche una tecnica piuttosto evoluta, sulla falsariga dei difensori centrali brasiliani proposti ad alti livelli negli ultimi anni. Deve imparare a limitare un pochino la sua esuberante fisicità, però il giocatore è completo".

A tuo avviso, Juan sarebbe pronto per una big italiana già a gennaio? Vale quei 4-5 milioni che l'Internacional chiede?
"Non so se è pronto per essere un titolare inamovibile, credo si tratterebbe soprattutto di un acquisto di prospettiva. Al momento all'Internacional gioca da titolare e lo fa con buon profitto, però l'Italia è un'altra cosa, soprattutto per un difensore. Visti i prezzi che circolano per i giocatori brasiliani, credo comunque che possa essere un'operazione corretta".

Un altro nome che rimbalza dal Sudamerica per le big d'Europa tra cui l'Inter è Lucas Ocampos, esordiente del River Plate. Come lo descrivi? Lo vedresti bene in Italia?
"Giocatore entusiasmante, anche se ha debuttato da poco e gioca nella seconda divisione Argentina. E' un'ala sinistra, ha una forza fisica impressionante e tanta personalità, oltretutto è molto concreto, fa gol e lotta. Mi ha fatto veramente un'ottima impressione".

Chi sembra invece meno vicino all'Italia è Manoel dell'Atletico Paranaense. Non è ancora pronto?
"Ammetto di aver visto giocare Manoel solo 4-5 volte e quindi non mi sento di dare un giudizio completo, dico solo che dal punto di vista tecnico mi sembra già fatto, magari fisicamente non è prestantissimo, ma temo che le perplessità riguardino soprattutto il suo carattere, è un po' indisciplinato, dentro e fuori dal campo".

Lucas del San Paolo è ormai una realtà e non più un semplice talento. E' realistico pensare di vederlo all'Inter, a tuo avviso? Come lo vedresti in nerazzurro o in generale in Italia?
"Giocatore formidabile, uno dei migliori Under 20 del Mondo. Purtroppo la mia sensazione è che non lo vedremo presto in Italia, e la questione è economica: ora i club brasiliani hanno un potere monetario notevole perché il Brasile sta diventando una potenza mondiale, Lucas ha una clausola rescissoria completamente inarrivabile per i nostri club, da qui la mia sensazione che non sbarcherà in Italia quando arriverà in Europa".

L'Inter ha già due gioiellini sudamericani ancora in rampa di lancio, ovvero Philippe Coutinho e Ricardo Alvarez. Partiamo dal primo, secondo te ha possibilità di esplodere in futuro o gli farebbe meglio un prestito?
"Coutinho ha talento, al Mondiale Under 20, giocando con i pari età, lo ha dimostrato. Credo che sia un “numero 10”, quindi per intenderci un vice Sneijder, e non un attaccante esterno, se gli verrà data fiducia potrà sbocciare, con questo minutaggio è difficile. Non so se potrebbe fargli bene un prestito, tendenzialmente - in Italia - direi di no a meno di mandarlo in piazze molto particolari, forse cederlo temporaneamente in campionati più tecnici (Spagna, o lo stesso Brasile) potrebbe permettergli di maturare con più calma".

Capitolo Ricky Alvarez: perché sta faticando all'Inter se, come tu hai sempre sostenuto, è un talento puro?
"Per un motivo molto semplice che si chiama ambientamento. Leggo critiche molto frettolose su Alvarez e anche delle inesattezze. Dovete sapere che Alvarez negli ultimi 6 mesi ha vinto il campionato con il Vélez ed è arrivato fino alle semifinali di Libertadores, questo vuol dire che si è dovuto ritrovare ad affrontare 31 partite in 4 mesi: non le ha giocate tutte, ma praticamente la sua squadra ha sempre avuto – o quasi – due partite a settimana con anche lunghi viaggi al di fuori dell'Argentina. Di conseguenza, per un intero semestre non ha mai fatto vere e proprie sessioni di allenamento, solo scarico, lavoro tecnico, viaggi e partite. Questo è un fattore determinante per un ragazzo che per la prima volta sbarca in Europa, trovando un mondo completamente diverso, a livello di metodi di allenamento, di ritmi, ma anche di clima e di alimentazione. Io non ho dubbi sulle sue qualità, e sono convinto che verranno fuori, ora deve solo adattarsi ai ritmi italiani e ci vuole qualche tempo. E poi vi dico una cosa: ricordate l'arrivo di Pastore nell'estate 2009 a Palermo? Bene, nessuno ricorda invece che fece il suo primo gol italiano il 30 gennaio del 2010, alla sua 20esima presenza, e giocò per la prima volta 90 minuti interi solo la settimana prima. Nel frattempo era già stato bollato come un “bidone”. Oggi è uno dei giocatori più importanti d'Europa. Quindi piano con i giudizi".

Chi consiglierebbe Stefano Borghi all'Inter, magari un nome di cui si parla poco e che vedi pronto ad esplodere...
"Io credo che l'Inter abbia soprattutto delle necessità in mezzo al campo: se parliamo di giocatori già pronti e “da Inter” (quindi inevitabilmente anche piuttosto costosi) dico che Alex Song dell'Arsenal e Asamoah dell'Udinese saranno probabilmente due dei centrocampisti più importanti dei prossimi 10 anni di calcio europeo. Se invece parliamo di “stelline” da scoprire, allora seguite i progressi di Luque del Colon, un esterno sinistro d'attacco che ricorda, e non poco, Lavezzi".

Chiusura su un talento già nerazzurro, Rodrigo Alborno. Il paraguaiano sta crescendo in Primavera, secondo te arriverà a livelli importanti?
"E' difficile dirlo, perché nel Libertad di Asuncion ha giocato pochissime volte in prima squadra e dunque non è ancora giudicabile, certo è da seguire nel campionato Primavera da non perdere in diretta sulle nostre frequenze".

Sezione: Esclusive / Data: Dom 30 ottobre 2011 alle 18:10
Autore: Fabrizio Romano
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