Come si fa a volare senza ali? Concetto banalissimo, ma altrettanto vero. Oggi a chiederselo è il tifoso dell’Inter, consapevole del fatto che il nuovo allenatore Gian Piero Gasperini è ancora in attesa di due esterni di valore che possano, come sostiene lui, “creare il gioco offensivo”. Chi, come il mister proveniente da Grugliasco, basa la sua manovra d’attacco sugli esterni, ha bisogno di disporre di ali affidabili, che sappiano saltare l’uomo creando superiorità numerica e liberando al tiro il centro-boa, che sia Milito o Pazzini. Leggevo ieri sulla Gazzetta dello Sport (ebbene sì, non la boicotto) che molte squadre impegnate in Champions League e con velleità di conquistarla (un attimo, c’è sempre il Barcellona…) applicano il 4-2-3-1, guarda caso lo stesso che Josè Mourinho ha adottato nella serata dello Stamford Bridge quando mandò in crisi l’intera impostazione tattica del Chelsea di Ancelotti, aprendo la strada al trionfo di Madrid. Da allora questo schema è stato preso d’esempio e big come Bayern Monaco, Real Madrid (ovviamente, c’è lo Special), Chelsea (con variante) e Manchester City puntano su di esso per fare strada in Europa. Anche Borussia Dortmund e Zenit San Pietroburgo lo applicano, ma la Champions League non è alla loro portata. Inattaccabili invece il 4-3-3 del Barcellona e il 4-4-2 del Manchester United, le ultime due finaliste del torneo.

Sempre in tema di tattica, noto che tra le iscritte alla competizione, in attesa dei playoff, solo due formazioni giocano con la difesa a tre: Napoli, esordiente (e i 5 gol presi al Camp Nou invitano a riflettere) e Inter. Inevitabile una valutazione sulla bontà di uno schieramento del genere in campo internazionale, dove tutti scelgono la strada del quartetto difensivo per cautelarsi maggiormente. Gasperini si dice convinto che anche con tre centrali si possa vincere, lui con il Genoa ha fatto benissimo ed è lecito credergli, per quanto sia una sorta di mosca bianca. Sulle tre punte, nessuna obiezione, il Barça insegna che si può fare benissimo allargando il gioco offensivo. Gli esterni, in tal senso, sono fondamentali e ad oggi l’Inter, in pratica, non ne ha. Considerati Milito e Pazzini due centravanti boa che attendono rifornimenti dalle fasce, la rosa offre a Gasperson i soli Pandev (seconda punta, all’occorrenza prima, ma non un esterno), Castaignos (19 anni e acerbo tatticamente), Alvarez (troppo macchinoso per il momento, da rivedere) e Coutinho (un trequartista, non un’ala). Ci si può sempre inventare qualcosa, giustamente, ma è davvero questo il modo migliore per iniziare la stagione del riscatto?

Manca meno di una settimana al gong finale del mercato, Forlan sembra quasi nerazzurro (e neanche lui è un’ala), ma il mister meriterebbe un altro rinforzo per l’attacco, un giocatore che sappia fare l’ala come Dio comanda. Palacio non entusiasma i tifosi dell’Inter, ma Gasp andrebbe in auto a Genova per portarlo a Milano. Sarebbe perfetto per le sue idee tattiche, non foss’altro perché già le conosce benissimo. Anche Lavezzi e Zarate potrebbero essere utilissimi, maga i costi non consentono voli pindarici salvo ripensamenti delle prossime ore. Al momento non so come si svilupperà la campagna acquisti dell’Inter nei prossimi giorni, auspico davvero un paio di colpi finali che possano rasserenare l’allenatore e dare un’identità più definita a questa squadra. Chi ha voluto Gasperini conosceva bene la sua idea di calcio, adesso è giusto che gli metta tra le mani gli attrezzi giusti per costruire la sua creatura. In fin dei conti, è il minimo sindacale, visto che senza ali non si può volare…

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 25 agosto 2011 alle 00:01
Autore: Fabio Costantino
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