Se l'Inter ha racimolato solo un punto nel match casalingo contro l'Atalanta, probabilmente, lo deve all'assenza dei due croati. Due defezioni pesanti per Luciano Spalletti, costretto a rinunciare a due pilastri del suo undici in una sfida importantissima, che poteva dare il virtuale accesso alla prossima Champions League. Ma se uno (Marcelo Brozovic), è stato costretto alla resa dopo un avvio brillante a causa di un infortunio muscolare, l'altro (Ivan Perisic) è rimasto in campo 90 minuti da fantasma.

Partiamo da Marcelo. L'avvio scoppiettante dell'Inter, che ha sfiorato ripetutamente il gol e messo alle corde un avversario che di solito non soffre ma impone il ritmo alla gara, ha chiaramente tra i suoi padri la prova del numero 77. Brozo taglia e cuce con maestria sulle zolle mediane, accompagnando l'azione e illuminandola con tagli e traccianti. La squadra si affida quasi totalmente alla sua regia e la fiducia è ben ripagata, perché Brozovic è un faro unico, capace di offrire qualità e quantità a un reparto altrimenti monocorde e prevedibile. Le sue sono idee spesso geniali e mandano in tilt l'apparato difensivo avversario. Si fa male al 20', mentre è impegnato nel ribaltare il fronte di gioco innescato direttamente da Handanovic: una iattura.

Da questo momento l'Inter inizia a perdere il filo, perché Vecino che si abbassa sulla stessa linea di Gagliardini non può sostituire il fosforo del croato e perché Nainggolan appare meno ispirato rispetto all'ottima prova di Genova. Servirà l'ingresso di Borja Valero al 66' per riconsegnare alla manovra nerazzurra fosforo e logica.

In campo per tutta la partita, invece, l'altro croato, Perisic. Ma chi l'ha visto? L'ex Wolfsburg è protagonista dell'ennesima prestazione anonima, soprattutto a livello offensivo. La proposta della casa è a tratti imbarazzante: o salta l'uomo sul binario oppure è nullo. Perché quando rientra sul destro la qualità dei suggerimenti è deprimente. E, allo stesso tempo, anche le scelte nel momento topico dell'azione lasciano basiti. Non si capisce bene quale morbo abbia attaccato l'ex Terribile in questa stagione, lontanissimo parente di quell'esterno totale che tutti ricordano. Le partite in cui Perisic è stato davvero lui si contano sulle dita di una mano. E non basta più nemmeno il solito generoso apporto in fase di non possesso per giustificarne la resa. Il numero 44 appare svuotato, privato di qualsiasi spirito d'iniziativa. A Genova era stato tra i migliori: l'eccezione che conferma la regola. Una regola che presumibilmente terminerà in nerazzurro a giugno. Pensare a Keita subito dentro già a Frosinone non è blasfemia. Anzi. E non può essere un caso se se si parla con insistenza di nuovi arrivi esattamente in quel ruolo (Bergwijn è più di una semplice suggestione).

Nella trasferta laziale, Brozovic sicuramente non ci sarà (e oggi si capirà quando Spalletti potrà riaverlo). E vedremo se si vorrà dare una nuova chance al fantasma di Perisic. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 09 aprile 2019 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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