Archiviata la missione Shakhtar con l'obiettivo ottavi di finale raggiunto grazie al 2-0 a doppia firma Dzeko, l'Inter riparte dalla Laguna per dare seguito alla rincorsa alle capolista Milan e Napoli. Contro il Venezia di Zanetti, reduce dai due successi con Roma e Bologna, Inzaghi dà riposo solo a Ranocchia e Lautaro rispetto all'undici titolare visto mercoledì sera contro gli ucraini: nel 3-5-2 nerazzurro, davanti ad Handanovic c'è Bastoni centrale con Skriniar e Dimarco ai fianchi. Confermato ancora una volta il blocco di centrocampo con Darmian e Perisic nelle rispettive corsie, Barella, Brozovic e Calhanoglu in cabina di regia. Davanti Correa forma il tandem con Dzeko. Solito 4-3-2-1 per i veneti: Busio, Vacca e Ampada formano la mediana, mentre nel tridente d'attacco Aramu e Kiyine, quest'ultimo preferito a Johnsen, agiscono a supporto di Okereke.
In fase offensiva Dimarco, nonostante il compito difensivo, può comunque sganciarsi a sinistra, Perisic attacca il fondo o taglia verso il centro, mentre Brozovic si abbassa per raccogliere il possesso e dare il via all'azione. Calhanoglu e Barella forniscono l'appoggio agli attaccanti, ma la trama si interrompe non solo per la disposizione ordinata dei padroni di casa ma anche a causa del campo bagnato dalla pioggia. Il pressing alto dei nerazzurri genera l'occasione al 18' per il calcio di punizione tirato sul fondo da Calhanoglu, con lo stesso ex Milan che aveva approfittato di un controllo errato di Ceccaroni venendo subito abbattuto dal difensore. Il Venezia si difende in undici dietro la linea di metà campo, costruisce dal basso e prova a lanciare i suoi attaccanti in profondità, ma il confronto con la retroguardia nerazzurra è impari e Handanovic, a parte la paratona sul bolide dalla distanza di Aramu, gode praticamente di una partita di relax.
Al 30' Dimarco avanza palla al piede a centrocampo, Barella scatta centralmente verso l'area e inganna Haps, che decide di seguirlo in diagonale dimenticandosi di Darmian a destra, la sventagliata dell'ex Hellas trova infatti libero l'esterno che ha tutto il tempo per crossare in mezzo dove con l'azzurro e Dzeko c'è anche Perisic, il croato svetta sul secondo palo ma il suo colpo di testa è neutralizzato da Romero. Nella ricerca del varco giusto l'Inter si affida soprattutto a una manovra accorta e paziente, composta da movimenti rapidi e scambi stretti che coinvolgono tutte le aree del campo. In sintesi, quello di Inzaghi è calcio totale: dopo una serie di 20 tocchi consecutivi per 50'' di possesso che vede partecipi dell'azione tutti i nerazzurri ad eccezione di Handanovic e Dzeko, parte dalla rimessa laterale di Darmian e si conclude a sinistra con Dimarco e infine Brozovic a ridosso del limite dell'area, Busio in anticipo su Correa crea la sponda involontaria per Calhanoglu, che mette nel mirino l'angolo alla destra di Romero e sigla il vantaggio con il missile chirurgico da fuori.
Dopo l'intervallo è un altro Venezia, che alza il baricentro e prova a fare la partita aumentando la densità di uomini in fase offensiva. Il pressing a tutto campo è iniziato dal tridente che attacca i difensori nerazzurri anche quando questi ricevono palla da rimessa di Handanovic, i terzini Mazzocchi e Haps si propongono costantemente in sovrapposizione sulle rispettive fasce. Sull'altro fronte Correa gode di maggiore libertà e aumenta i giri dopo un primo tempo in cui è rimasto spesso ingabbiato, ma è proprio il Tucu a essere richiamato in panchina al 58' per fare spazio a Lautaro, mentre Vecino rileva l'autore del gol Calhanoglu. Con l'ingresso dell'uruguaiano è Barella a spostarsi sulla mezzala sinistra, mentre il neo entrato si sistema sul centrodestra. Prime mosse anche per Zanetti che inserisce Johnsen al posto di Mazzocchi, poi Tessmann ed Henry al posto di Vacca ed Aramu, per una formazione ancora più offensiva con quattro attaccanti in campo. Inzaghi è costretto invece a rinunciare per infortunio a Darmian e opta così per Dumfries, poi all'81' manda in campo anche D'Ambrosio e Gagliardini per Perisic e Barella concludendo i cinque cambi.
Saltano gli schemi per i veneti nel finale e l'Inter si crea la chance in contropiede con Dimarco, salito sulla corsia di sinistra a centrocampo con l'ingresso in difesa di D'Ambrosio e il cui mancino viene respinto in tuffo da Romero. A 5' dal termine Zanetti si gioca le carte Forte e Crnigoj che subentrano nel reparto offensivo a Okereke e Ampadu, ma sono sempre i nerazzurri a rendersi pericolosi in ripartenza contro un Venezia ormai sbilanciatissimo. Al termine dei 4' di recupero arriva il rigore per fallo di mano in area di Haps sul destro a botta sicura di Lautaro, che provvede poi alla trasformazione dagli undici metri. Finisce in realtà al 96', con un'Inter che si conferma macchina offensiva infaticabile (sebbene in qualche occasione manchi di cattiveria): sono 25 le conclusioni a rete dei nerazzurri di cui 12 nello specchio di Romero, mentre Handanovic è rimasto impegnato in una sola occasione. Ennesima partita dominata e risultato anche stavolta portato a casa, gli uomini di Inzaghi possono pensare allo Spezia, impegnato domani alle 15 al Picco con il Bologna e avversario mercoledì alle 18:30 a San Siro.
In fase offensiva Dimarco, nonostante il compito difensivo, può comunque sganciarsi a sinistra, Perisic attacca il fondo o taglia verso il centro, mentre Brozovic si abbassa per raccogliere il possesso e dare il via all'azione. Calhanoglu e Barella forniscono l'appoggio agli attaccanti, ma la trama si interrompe non solo per la disposizione ordinata dei padroni di casa ma anche a causa del campo bagnato dalla pioggia. Il pressing alto dei nerazzurri genera l'occasione al 18' per il calcio di punizione tirato sul fondo da Calhanoglu, con lo stesso ex Milan che aveva approfittato di un controllo errato di Ceccaroni venendo subito abbattuto dal difensore. Il Venezia si difende in undici dietro la linea di metà campo, costruisce dal basso e prova a lanciare i suoi attaccanti in profondità, ma il confronto con la retroguardia nerazzurra è impari e Handanovic, a parte la paratona sul bolide dalla distanza di Aramu, gode praticamente di una partita di relax.
Al 30' Dimarco avanza palla al piede a centrocampo, Barella scatta centralmente verso l'area e inganna Haps, che decide di seguirlo in diagonale dimenticandosi di Darmian a destra, la sventagliata dell'ex Hellas trova infatti libero l'esterno che ha tutto il tempo per crossare in mezzo dove con l'azzurro e Dzeko c'è anche Perisic, il croato svetta sul secondo palo ma il suo colpo di testa è neutralizzato da Romero. Nella ricerca del varco giusto l'Inter si affida soprattutto a una manovra accorta e paziente, composta da movimenti rapidi e scambi stretti che coinvolgono tutte le aree del campo. In sintesi, quello di Inzaghi è calcio totale: dopo una serie di 20 tocchi consecutivi per 50'' di possesso che vede partecipi dell'azione tutti i nerazzurri ad eccezione di Handanovic e Dzeko, parte dalla rimessa laterale di Darmian e si conclude a sinistra con Dimarco e infine Brozovic a ridosso del limite dell'area, Busio in anticipo su Correa crea la sponda involontaria per Calhanoglu, che mette nel mirino l'angolo alla destra di Romero e sigla il vantaggio con il missile chirurgico da fuori.
Dopo l'intervallo è un altro Venezia, che alza il baricentro e prova a fare la partita aumentando la densità di uomini in fase offensiva. Il pressing a tutto campo è iniziato dal tridente che attacca i difensori nerazzurri anche quando questi ricevono palla da rimessa di Handanovic, i terzini Mazzocchi e Haps si propongono costantemente in sovrapposizione sulle rispettive fasce. Sull'altro fronte Correa gode di maggiore libertà e aumenta i giri dopo un primo tempo in cui è rimasto spesso ingabbiato, ma è proprio il Tucu a essere richiamato in panchina al 58' per fare spazio a Lautaro, mentre Vecino rileva l'autore del gol Calhanoglu. Con l'ingresso dell'uruguaiano è Barella a spostarsi sulla mezzala sinistra, mentre il neo entrato si sistema sul centrodestra. Prime mosse anche per Zanetti che inserisce Johnsen al posto di Mazzocchi, poi Tessmann ed Henry al posto di Vacca ed Aramu, per una formazione ancora più offensiva con quattro attaccanti in campo. Inzaghi è costretto invece a rinunciare per infortunio a Darmian e opta così per Dumfries, poi all'81' manda in campo anche D'Ambrosio e Gagliardini per Perisic e Barella concludendo i cinque cambi.
Saltano gli schemi per i veneti nel finale e l'Inter si crea la chance in contropiede con Dimarco, salito sulla corsia di sinistra a centrocampo con l'ingresso in difesa di D'Ambrosio e il cui mancino viene respinto in tuffo da Romero. A 5' dal termine Zanetti si gioca le carte Forte e Crnigoj che subentrano nel reparto offensivo a Okereke e Ampadu, ma sono sempre i nerazzurri a rendersi pericolosi in ripartenza contro un Venezia ormai sbilanciatissimo. Al termine dei 4' di recupero arriva il rigore per fallo di mano in area di Haps sul destro a botta sicura di Lautaro, che provvede poi alla trasformazione dagli undici metri. Finisce in realtà al 96', con un'Inter che si conferma macchina offensiva infaticabile (sebbene in qualche occasione manchi di cattiveria): sono 25 le conclusioni a rete dei nerazzurri di cui 12 nello specchio di Romero, mentre Handanovic è rimasto impegnato in una sola occasione. Ennesima partita dominata e risultato anche stavolta portato a casa, gli uomini di Inzaghi possono pensare allo Spezia, impegnato domani alle 15 al Picco con il Bologna e avversario mercoledì alle 18:30 a San Siro.
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