L’Inter torna al successo dopo quasi un mese grazie a una partita tutta sacrificio e abnegazione, con una buona pressione sui rivali olandesi, sempre temibili in contropiede e nelle ripartenze, con giocatori rapidi come Ruiz, Rosales e Chadli. Benitez opta per uno schema insolito, un 4-4-2 molto offensivo con Biabiany ed Eto’o molto larghi e pronti a rientrare a centrocampo, con Sneijder e Pandev avanzati, con l’olandese che funge da vera e propria seconda punta. Lo spagnolo conferma a centrocampo Stankovic e Cambiasso e schiera in difesa la coppia del derby Lucio-Materazzi, con Cordoba e Zanetti sulle fascie. Michel Pred’homme schiera il classico 4-2-3-1 con Ruiz, De Jong e Chadli a ispirare Janko. Rosales ha la licenza di spingere mentre Wisgerhof è più attento alla fase difensiva. L’inizio dei nerazzurri è promettente: le posizioni di Eto’o e Biabiany allargano le maglie difensive del Twente, soprattutto il francese, molto in forma ieri sera, abile molto spesso nell’uno contro uno, pericoloso quando offre a Sneijder un bel pallone dal fondo che l’olandese non sfrutta.

L’Inter preme bene anche con la spinta di Cordoba, che pur non essendo un terzino di ruolo e pur non avendo il piede delicato per il cross, offre sempre un’opzione in più. Eto’o lavora benissimo nell’uno contro uno e Pandev, centravanti d’eccezione, lotta bene con gli alti difensori olandesi, facendo salire i centrali di centrocampo che provano a buttarsi dentro. Un piccolo errore cambia però la condizione mentale della squadra: Zanetti sbaglia in area e per poco Jannsen non fa male. L’occasione olandese mette in guardia l’Inter che si spaventa un po’, tira i remi in barca e soffre sul finale di primo tempo il ritorno degli uomini di Enschede, palesando una spaccatura in due tronconi, con il centrocampo che lascia troppi spazi per le ripartenze ospiti.

Nella ripresa il vento cambia: l’Inter torna in campo con più fame, più carica agonistica e crea occasioni. I fraseggi sono molto rapidi e di buona fattura. Il cambiamento nerazzurro lo si evince da come è stata guadagnata la punizione che ha portato Cambiasso al gol, con un pressing molto alto sui difensori centrali del Twente, portato bene da Pandev e Biabiany. L’1-0 non basta, simbolo chiaro che la squadra gioca più sciolta e più rilassata, arriva in area avversaria sempre con molta facilità, ma manca il colpo del K.O. Pred’homme inserisce Landzaat per Janko, avanzando De Jong come punta centrale, perdendo peso in avanti ma guadagnando fantasia. Il nuovo entrato coglierà il palo con un destro a girare da fuori. Benitez risponde con Santon per Biabiany, proteggendo le fasce, e Nwankwo per Sneijder, inserendo un uomo che faccia peso a centrocampo. Biraghi rileva Pandev per garantire ulteriore copertura. Il Twente crea solo pericoli su palle inattive e l’Inter tiene bene, dimostrando che la tensione e la paura di Verona, serpeggiata nell’intero secondo tempo, sono solo uno sbiadito ricordo.
 

Sezione: L'angolo tattico / Data: Gio 25 novembre 2010 alle 10:30
Autore: Alberto Casavecchia
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