Giacomo Losi, ex Roma, ricorda al Corriere dello Sport il suo passato giallorosso e l'avvento nella Capitale di Helenio Herrera

Come è arrivato alla Roma? 
"A sedici anni ho iniziato a giocare nella Soncinese. Un dirigente mi ha visto in mezzo alla strada e mi ha detto “Vieni con noi ”. A sedici anni giocavo già in prima categoria. Lì è cominciata la mia carriera perché poi con la Cremonese ho militato in quarta serie, la serie D. Ho fatto due campionati lì e poi, non so come mai, mi hanno scoperto quelli della Roma. È stata una sorpresa, per me. Avevo fatto due tornei, in prestito, con i ragazzi dell’Inter, Viareggio e Sanremo. L’allenatore dei ragazzi dell’Inter era Giuanin Ferrari, un vecchio giocatore e un bravissimo mister, specie per i ragazzi. Mi prelevò dalla Cremonese per farmi fare questi tornei, perché mi voleva all’Inter. Mi aveva fatto seguire tramite osservatori e invece, non so come, sono venuto a Roma". 

Il peggiore allenatore chi è stato?
"Helenio Herrera. E’ stato una sorpresa, per me, Herrera. Perché io pensavo che fosse un grandissimo allenatore quando è arrivato. Capirai: abbiamo preso Herrera, ha vinto tutto con l’Inter, faremo sfracelli. Invece avevo scoperto durante la preparazione del campionato che vendeva molto fumo come allenatore. Non mi piaceva. Però aveva un grosso carisma e riusciva a conquistare la simpatia di tutti".

E’ vero che lui dava delle pillole nello spogliatoio? 
"Sì, si chiamava Levoral, diceva che era una vitamina. Io non l’ho mai usata, la buttavo dovunque potevo. Noi andavamo in ritiro spesso a Grottaferrata, e lì, prima di entrare in albergo, c’era una specie di fontana. Il fondo era pieno di pasticchette che i giocatori facevano finta di prendere e poi gettavano in questa fontanella". 

E chi non la prendeva non giocava? 
"Lui insisteva per metterla in bocca, ma noi la tenevamo sotto la lingua e poi la sputavamo".

Ricorda la morte di Taccola? 
"Purtroppo sì. Io l’ho vissuta, questa morte. Lui era parecchio che stava poco bene. Io a Cagliari quel giorno ero infortunato e non sono andato. Però ho vissuto tutta la tragedia. Quando è morto sono andato io, Herrera mi aveva già messo fuori squadra, con la famiglia a prenderlo a Cagliari per portarlo a Roma. Giuliano era un bravissimo ragazzo ed era il momento per lui di sbocciare, come centravanti. Non era partito come titolare, era riserva. Però si stava imponendo, questo ragazzo. Era bravo...".

Ma è vero che Herrera fece partire subito la squadra, di corsa?  
"Sì, sì, lasciò lì questo ragazzo negli spogliatoi, durante il massaggio. Non so se si è accorto che era morto. I miei compagni mi hanno raccontato che Taccola ha fatto due sobbalzi sul lettino, disse “Sto male, sto male”, lo misero sul lettino del massaggio e lì è spirato. Herrera alla squadra choccata ha detto “Andiamo, andiamo via che c’è l’aereo che parte”. Lo ha lasciato lì". 

Sezione: News / Data: Sab 16 settembre 2017 alle 13:29 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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