E arrivò il giorno in cui il presidente del Coni si pose in antitesi con il presidente dell'Aia. Giovanni Malagò prende in contropiede Marcello Nicchi sul campo della tecnologia applicata al calcio. "Mi dispiace caro Marcello, ma non sono d’accordo con te. Io la moviola in campo la metterei subito e non accetto l’autoreferenzialità del mondo arbitrale». Il tutto durante il convegno 'Etica e sport' organizzato dalla sezione Aia di Pescara per il suo 75° compleanno. "Stamattina (ieri, ndc)  un importante quotidiano nazionale, il Corriere dello Sport-Stadio, affrontava il tema della moviola, sì o no. Ora, casualmente io e Nicchi ci troviamo affiancati in questo convegno ed è giusto parlarne. Ho apprezzato la sua accorata difesa d’ufficio, tuttavia non bisogna necessariamente essere d’accordo. Non mi piace sentire sempre quanto siamo belli e quanto siamo bravi, che tutto va bene, nessuno che può azzardare una critica, non condivido questa autoreferenzialità. Io sono un convinto assertore della lotta al doping, quando Frullani a Sochi è stato trovato positivo mi è crollato il mondo addosso. Lui non si è dopato consapevolmente, per uno che fa il quarto del bob sarebbe da folli, è stato ingenuo ad acquistare un integratore con sostanze lecite, ma senza il bollino. Vi chiederete: che c’entra ora questo con gli arbitri? C’entra eccome, significa che nessuno di noi ai vertici può dire di avere il controllo al 100% di tutti i suoi uomini. Inutile negare che qualche anno fa certi arbitri non si sono comportati bene". Quindi, la stoccata finale. "Quando Nicchi dice che se saltano le regole salta tutto, posso essere d’accordo, ma se le regole sono sbagliate non ci si può limitare ad applicarle, bisogna cambiarle. La moviola in campo è inevitabile, non deve esserci paura della tecnologia. La consulterebbe l’arbitro in prima persona, valutando se stesso con onestà intellettuale. E’ un processo che arriverà a compimento - conclude Malagò, che rivolto a Nicchi aggiunge -forse non la vedrò io e non la vedrai tu, però quel ragazzo lì in fondo sì - indicando un giovane arbitro in sala - e si chiederà: possibile che non ci abbiano pensato prima?".

Sezione: News / Data: Sab 08 marzo 2014 alle 11:14 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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