Anche nei giorni di festa, Josè Mourinho è come il calcio inglese e non si ferma mai. Alla rivista portoghese Publico, lo 'Special One' ha parlato della sua situazione e di quella della squadra. "Se sono preoccupato per un eventuale esonero? Non sono preoccupato, ma il mio posto è sempre in pericolo, perché l'Inter è una squadra che in molti vorrebbero allenare. Ma se il mio posto è in bilico dopo aver vinto il campionato e dopo essere ancora primo in Italia e agli ottavi di Champions, immagino come dovrebbe essere quello di chi continuamente fallisce gli obiettivi... Il mio amore per l'Italia calcistica è finito? Prima di tutto il mio amore per il mio lavoro non finirà mai. Poi, io dico: come può finire un amore, se amore non c'è mai stato? Io posso dire che amo lavorare in Italia e che amo gli interisti. E per questo sto bene. Se ero d'accordo allo scambio Ibra-Eto'o? Nessun allenatore vorrebbe perdere Ibra, e io non faccio eccezione. Ma Eto'o è un grande campione e abbiamo scelto lui e Milito per costruire una squadra senza Ibra. E il risultato è che siamo primi in campionato e agli ottavi di Champions.

Il mio nervosismo? Il mio comportamento, con la stampa o altri ha sempre lo stesso obiettivo, la difesa degli interessi della mia squadra, senza preoccuparmi degli effetti sulla mia immagine. Sarà una difetto o una virtù? Lo chieda a chi ha lavorato con me in passato. Io do sempre il petto alle pallottole (modo di dire portoghese, simile al nostro 'ci metto la faccia', ndr) ma a volte mi servirebbe qualche aiutante con un giubbotto antiproiettile. Il mio rapporto con gli arbitri? Le espulsioni? Guardo i miei colleghi e vedo comportamenti che a me non sono permessi. Bisogna ricordare che praticamente sono l'unico allenatore straniero di Serie A, perché Leonardo è più italiano che brasiliano, per quanto ha lavorato in questo ambiente. E quindi, la mia vita è difficile... Il contratto con la società? Con l'Inter abbiamo firmato un contratto chiaro fino al 2012, perché vogliamo proseguire fino al 2012. Sì, esistono clausole per terminare prima, con un pagamento fissato, per me e per il club. Con me non si ripeterà una storia interminabile su contratto e liquidazione come in passato. Uomini onesti, contratti onesti (una frecciata a Roberto Mancini, ndr).

Se diventassi Ct del Portogallo cosa farei? Se diventassi ct, non chiamerei naturalizzati. Ognuno decide di fare le proprie scelte, legittime o meno.  Guardiola meglio di me per il Barça? Sicuramente. Pep è l'allenatore più adatto al Barcellona, anche per la sua storia, e gli auguro di sedere su quella panchina per sempre. Tornerò a Stamford Bridge prima della sfida di Champions per vedere una gara: non voglio tornare la prima volta per giocare. Negli ottavi voglia essere freddo, ma so che non sarà facile. E' stata una storia bellissima, non posso dimenticare che giocherò contro i miei amici...", ha concluso.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 26 dicembre 2009 alle 18:47 / Fonte: Publico - Gazzetta.it
Autore: Fabrizio Romano
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