Ibra, Ibra, fortissimamente Ibra. La serata di San Siro, oltre a omaggiare i campioni d'Italia, è servita anche a far riappacificare lo svedese con la Curva Nord, un flirt che è iniziato prima del fischio iniziale del match, è proseguito con cori per l'attaccante durante la partita ed è culminato con l'abbraccio finale e i gesti di riappacificazione tra le parti. Non è stata una serata eccezionale per Ibrahimovic, che voleva assolutamente trovare il gol e la gente di San Siro lo spingeva verso quella direzione, applaudendolo anche quando commetteva degli errori non da lui. La sua smania di segnare era palese e ha toccato l'apice sul 2-0 di Balotelli. Lo svedese ha letteralmente mandato a quel paese il giovanissimo compagno di reparto, reo di non avergli passato la palla quando era a tu per tu con Curci, in un'ottima posizione per rimpinguare il proprio bottino di gol in Serie A e continuare a inseguire il trono dei bomber (su cui oggi siede Di Vaio a quota 23).

Tra i due c'è stato letteralmente il gelo, sia Mourinho sia alcuni compagni (molti dei quali cercavano di smussare i toni tra i due) hanno ripreso Balotelli per l'eccesso di egoismo e il pubblico ha temuto che il rapporto tra i due attaccanti (e tra Ibra e l'Inter) vivesse un momento di crisi irreversibile. Poi lo svedese ha continuato a cercare il gol, dopo aver palesemente chiesto il cambio a Mourinho per una botta al ginocchio (che molti hanno interpretato come la volontà di uscire dal campo per ripicca), senza però ottenere consensi dal suo allenatore ("Se Balotelli non avesse segnato l’avrei ammazzato - ha scherzato a fine gara -. Volevo uscire, ero stanco e avevo preso una botta. Il mister però ha tanta fiducia in me"). Alla fine la rete è arrivata, una sorta di liberazione anche per il pubblico, che soffriva con Ibra e continuava a sostenerlo. Immediatamente dopo la rete del 3-0, il campione di Malmoe si è rivolto alla Curva Nord e le ha tributato un mini applauso, quasi per cancellare quel gestaccio in occasione di Inter-Lazio. A fine partita, la festa con i compagni e la pace con i tifosi, ma anche qualche dichiarazione sul futuro: "Ho un contratto che scade nel 2012 o 2013, tutto può succedere perchè nel calcio non c'è garanzia. Dipende da cosa vuole il club, da cosa vuole il mister. Ad ogni modo, sono d'accordo con lui: oggi abbiamo vinto, ma la prossima partita è alle porte, si va sempre avanti, non bisogna mai accontentarsi".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 18 maggio 2009 alle 12:02
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print