L’Inter vanta una gloriosa tradizione tra i pali. Storicamente il ruolo del portiere è sempre stato ricoperto da un numero uno di alto livello. Che si trattasse di un portiere già affermato, o di una promessa pronta a esplodere. Quest’ultimo caso è rappresentato al meglio da Sébastien Jacques André Frey, arrivato da giovanissimo alla Beneamata nella stagione 1998/99, promosso come titolare nella sfortunata annata 2000-01 dopo l’esperienza da protagonista al Verona.
FcInterNews ha contattato in esclusiva l’ex numero 1 francese, che resta legato tutt’oggi ai colori nerazzurri, dal momento che fa parte del progetto di Inter Forever.
Che cosa ne pensa di questa infausta stagione dei nerazzurri?
"L’annata non è iniziata nel migliore dei modi. De Boer non è stato in grado di gestire questa rosa e si vedeva che la squadra non andava bene. Poi è arrivato Pioli. Tenendo presente le condizioni in cui è approdato a Milano credo che abbia fatto un buon lavoro".
Crede quindi che si dovrebbe ancora puntare su di lui?
"Diciamo che Pioli ha dovuto destreggiarsi in mezzo ad una situazione complicata quando ha assunto l’incaricato di allenatore. Ricordiamoci che l’Inter non andava bene e sotto la sua guida si sono ottenuti risultati importanti. Per il rispetto del suo lavoro ci vuole chiarezza su quello che si vuole fare. È capibile che la società possa pensare a nomi di spicco per la sua sostituzione dato che si vuole arrivare in alto. Ripeto ci vuole chiarezza. Il mio pensiero è che Pioli meriti fiducia. Se così non fosse si dovrà puntare su un grande nome del calcio internazionale".
Come quello di Conte?
"La realtà dei fatti dice che Antonio è uno dei più grandi tecnici d’Europa. Ma c’è una ‘macchia’. È un uomo Juve. Come lo è stato Marcello Lippi. Uno dei migliori al mondo. Che veniva associato ai bianconeri e al quale non si perdonava il minimo errore".
Rimane Simeone. Che però ha segnato all’Inter in quel famoso 5 maggio…
"Per il Cholo è diverso. Lui ha sempre onorato la maglia nerazzurra. È stato un trascinatore. Un guerriero. Oggi è tra i mister più stimati d’Europa e personalmente lo vedrei bene alla guida della Beneamata. È un leader capace di trasmettere il suo carisma ai giocatori. Ha carattere. Se Pioli non venisse confermato l’argentino sarebbe l’uomo giusto per rifondare l’Inter".
E il suo grande amico Zenga?
"È una leggenda dell’Inter e un allenatore che sta dimostrando di voler e poter fare strada. Di lui posso solo parlare in modo positivo. Ma sinceramente penso che per Walter, essendo così amato dal popolo nerazzurro, sarebbe un peccato allenare la Beneamata. Mi spiego. Stiamo parlando di un’icona che però come tecnico, nel caso in cui i risultati non arrivassero, verrebbe messo in discussione. Walter non dovrebbe mai essere criticato dagli interisti. Ma solo amato".
Per quanto riguarda il calciomercato il sogno è Kylian Sanmi Mbappé…
"L’attaccante del Monaco è esploso quest’anno e si tratta della rivelazione del calcio europeo. È giusto che tutte le Big pensino al suo acquisto. Ha un costo elevato ma se i nerazzurri riuscissero davvero a investire sui di lui si tratterebbe di un acquisto molto interessante e importante. In ogni caso sono convinto che Suning, dopo la storica presidenza di Massimo Moratti che per tutti noi è stato come un padre, sia una proprietà con tanti soldi e la voglia di costruire una grande Inter. Sono sicuro che creeranno un team di livello per la prossima stagione. L’aria che si respira mi porta davvero a pensare che faranno le cose in grande…".
Tra gli attuali calciatori della rosa c’è Handanovic. Anche lui non è stato esente da critiche. Che giudizio tecnico può darci su di lui?
"Samir è un grande portiere. Uno dei migliori tra i campionati del Vecchio Continente. Ora l’Inter è in un momento di confusione ed è facile mettere tutti in discussione. Ma prendiamo l’ultima partita: il Napoli avrebbe potuto vincere 3 o 4-0 ma grazie alle parate di Handanovic è finita 1-0. Io credo che Handa abbia disputato un’ottima annata e che sia un peccato criticarlo".
Sembrano esserci alcune analogie con la sua Inter, anche se voi arrivaste davanti al Milan, ma perdeste il Derby per 0-6…
"Allora Inter-Milan era come Real Madrid-Barcellona di adesso. Forse il match più visto al mondo. Una macchia così tra le milanesi lascia il segno. Anche se resta una partita. Importante e prestigiosa per carità. I rossoneri furono nettamente superiori, noi non giocammo all’altezza di un derby e ne pagammo le conseguenze. Ma io non rimetto in discussione i miei anni in nerazzurro per quell’incontro".
Non pensa che però quella sfida abbia inciso pure sul suo futuro e di riflesso su quello che poteva essere ma non è stato?
"Non credo. Io non sono stato mandato via dall’Inter ma ho preso la decisione di lasciare i nerazzurri per svariati fattori".
Chiudiamo con un episodio extracalcistico che la riguarda. Il 14 luglio dello scorso anno, giorno dell’attentato a Nizza, lei sarebbe dovuto essere lì, in piazza, per la Festa Nazionale. A quasi un anno di distanza da quel terribile episodio c’è una lodevole iniziativa su quanto è accaduto.
"Sì, il prossimo 17 giugno allo Stadio di Nizza ci sarà un’amichevole benefica tra le Leggende della Francia e quelle dell’Italia per raccogliere dei fondi destinati alle vittime di quell’attentato. Saranno presenti davvero dei grandi campioni per una sfida affascinante e dallo scopo meritevole".
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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