"Ama la verità ma perdona l'errore", Voltaire dixit. La vicenda di Mario Balotelli che in questi giorni sta tenendo banco in casa Inter, è strettamente ricollegabile all'aforisma del filosofo parigino. Manchester City, ma soprattutto Manchester United, hanno preso le armi e sono partiti alla volta di Milano per assalire l'Inter e strappare ai nerazzurri il gioiello che veste il numero 45. Le offerte non sono ancora adeguate, ma presto, molto prima di quanto si possa credere, potrebbero esserlo. E allora, la società campione d'Europa dovrà prendere una decisione: che fare? Vendere il talento più cristallino d'Italia per tanti soldi, oppure tenerselo e puntarci per presente e futuro? Prima di scegliere, passerà comunque qualche giorno. Dunque, mi preme fare una considerazione che va a riallacciarsi col discorso proposto da Voltaire: ma Balotelli merita davvero di avere tutto l'affetto e le 'coccole' che ha dal popolo interista? Merita davvero questa speranza di permanenza perchè è un talento? Poniamoci delle domande.

Ama la verità, già. La verità è quella che vorremmo sentire sempre, ma che dai calciatori, parlando in via generica ed escludendo eccezioni zanettiane, non sentiremo mai. Ma almeno, da Balotelli ci si aspettava qualcosa di diverso dalle frasi da mal di pancia che sta tirando fuori in questi giorni. Dopo aver buttato per terra e disonorato la maglia nerazzurra, e dopo aver insultato la Curva Nord, sede del tifo interista, questo fenomeno straordinario dai comportamenti bizzosi ha avuto la forza di chiedere scusa. E veniamo alla seconda parte della frase di Voltaire: con i tifosi, dopo l'accaduto in Inter-Barcellona, Mario da Palermo aveva avuto un rapporto di altissima tensione. Poi, d'improvviso, le scuse. Io quel 2 maggio non lo dimentico: stadio Olimpico, prepartita di Lazio-Inter, Balotelli si dirige sotto il settore ospiti dove ci sono i tifosi interisti e si batte la mano sul cuore, chiede scusa e raccoglie gli applausi di quella gente, la sua gente, che aspettava solo quel gesto per perdonarlo, perchè alla fine non si riesce a volergli male, nonostante tutto. Probabilmente qualunque altra tifoseria lo avrebbe distrutto, d'altronde ha insultato quella gente e quella maglia che fa cantare migliaia di persone. Però gli interisti no, hanno "perdonato" l'errore.

Lui è stato difeso nei momenti difficili dal popolo nerazzurro, quando tutti gli cantavano cori razzisti. Ma Mario, ingenuo, si è scagliato più contro la sua gente che lo ha sempre difeso che con i tifosi avversari che lo bersagliavano come una scimmia. E' un ragazzino, non ha nemmeno vent'anni. In quel momento però, caro Balotelli, gli interisti volevano "amare la verità". E invece, quelle scuse sono state inutili e probabilmente molto finte. Perchè ad ogni intervista, il ragazzo, scuola-Ibra, non fa altro che ripetere: "Dove giocherò? Vedremo, vedremo. L'Arsenal è interessato? Sono felice" e cose simili. Non se ne può più di mal di pancia e musi lunghi, vogliamo i sorrisi degli Sneijder e dei Cambiasso, chi non è felice può andar via, a patto che sia pagato quanto merita, anche se ha tutto il talento di questo mondo. La vicenda di Zlatan ha insegnato che è questa la giusta via. Volevamo la verità, caro Balotelli, e ci hai dato delle frottole sottoforma di scuse prima, e ci stai prendendo in giro ancora oggi con questi "vedremo". Basta maschere, vogliamo la realtà dei fatti. Se l'Inter ha stufato, può andare. Gli interisti l'errore, gravissimo, l'hanno perdonato. Ma la verità da amare non c'è mai stata. E chi non vuole il nerazzurro, tolga il disturbo.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 07 luglio 2010 alle 18:00
Autore: Fabrizio Romano
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