"Per il ritorno in campo ci siamo quasi...", sorride e tira un sospiro di sollievo Ivan Ramiro Cordoba, nel corso di Prima Serata, su Inter Channel, parlando del suo ritorno a disposizione, ormai prossimo, dopo l'operazione al ginocchio sinistro cui si è sottoposto nell'aprile scorso.
"Mi alleno con il gruppo da due settimane, tra poco ci siamo - spiega nell'intervista in onda alle ore 21 -. Nella mia testa mi sarebbe piaciuto rientrare anche prima, ma con lo staff medico abbiamo ovviamente deciso di rispettare i tempi necessari per rientrare al top e per non rischiare. Anche se quando torni ad allenarti con la squadra è difficile tenersi a freno, ti contagiano... (sorride, ndr) e non vedi l'ora di scendere in campo al più presto".
Voglia di tornare in campo al più presto ma anche, e soprattutto, voglia di tornare a vincere, perché "la mentalità è quella di continuare sempre a vincere, al di là dei momenti difficili che ci possono essere. Ci sono stati dei momenti in cui non abbiamo neanche avuto tutto l'organico e per una squadra come l'Inter non è certo una cosa facile, dovendo competere in diversi tornei, sempre a grandi livelli, lottando sempre per vincere".
Nel corso di Prima Serata, Cordoba non parla solo di calcio ma anche di attività benefiche ad esso legate, a partire da quelle della sua fondazione, Colombia te quiere ver, per arrivare a Inter Campus: "La mia fondazione va bene, stiamo organizzando qualcosa di speciale per il Natale e poi un qualcosa anche per gennaio, per continuare a portare avanti i progetti in Colombia. Per quanto riguarda invece Inter Campus, quando c'è la possibilità di dare una mano per le loro attività lo faccio volentieri, per aiutare bambini che hanno perso la speranza si fa questo e altro".
"A tutti noi è dispiaciuto per l'interruzione del rapporto con Gian Piero Gasperini", aggiunge il colombiano..
Nel corso di Prima Serata, il difensore ci ha tenuto a sottolineare che "è dispiaciuto anche per la persona che era, perché avevamo un ottimo rapporto con lui. Sono d'accordo con quanto ha detto di recente Pazzini: è stata una sconfitta di tutti, non solo di Gasperini, visto che non siamo riusciti ad arrivare a quello che lui voleva. Nessuno di noi si è tirato mai indietro o ha scaricato la colpa sul mister: non siamo riusciti tutti insieme e purtroppo tante volte paga solo l'allenatore. Ci sentiamo tutti colpevoli. Una squadra così forte e compatta è normale che abbia responsabilità, ma questo non ci deve fare paura in vista del futuro. È merito nostro quando le cose vanno bene, ma anche colpa nostra quando vanno male".
Con Cordoba si passa poi a parlare di quello che sarà il suo futuro una volta appesi gli scarpini al chiodo: "Mi piacerebbe lavorare ancora nel calcio, magari a livello più che altro dirigenziale. Non penso molto all'idea di allenare, ma non si può mai dire, perché ci sono delle parti del lavoro di allenatore che comunque mi piacciono, come la parte tattica, il lavoro con la squadra, essere in campo, però ci sono anche altri aspetti del calcio che mi piacciono. Vedremo".
Spazio anche alle emozioni, nel corso di Prima Serata con Edoardo Caldara e Roberto Scarpini: "Giocare in una squadra come l'Inter, andare allo stadio e sentire i tifosi che cantano il tuo nome, è un qualcosa di stupendo: mi emoziona sempre tantissimo, mi emoziona ancora tantissimo".
Dal rapporto con i tifosi a quello con un compagno d'avventure speciale, Javier Zanetti: "Non è un mistero per nessuno che sia Javier il compagno cui sono più affezionato", ammette Cordoba.
"La testa è importantissima nel calcio e io ne sono un esempio: non mi sono mai considerato un fenomeno, ma un buon giocatore sì, che ha fatto la differenza quando ci sono state le difficoltà e i momenti non buoni per aver usato la testa, per averci messo rabbia, voglia, dedizione. Questa cosa mi ha aiutato a imparare, crescere e a migliorarmi".
Fattore fondamentale anche per i tecnici, che secondo Cordoba "devono saper sempre mettere ogni calciatore in condizione di esprimersi al meglio".
Poi su Andrea Ranocchia, suo compagno di reparto: potrà diventare una bandiera nerazzurra? "Ranocchia ha tutti i mezzi per farlo, penso che l'Inter abbia pensato anche a questo. È un grande giocatore, che deve migliorare perché è giovane, ma che ha grandissime qualità per diventare una bandiera della squadra".
Riguardo a Claudio Ranieri invece, Cordoba afferma. "Claudio Ranieri mi ha fatto da subito una bellissima impressione. Si sta proponendo alla squadra molto bene: è uno sincero sulle cose, chiaro. La prima cosa che ha detto, arrivando, è stato che era consapevole di quello che stavamo soffrendo, come squadra forte, a non riuscirci ad esprimere. Ci ha detto che lui conosceva benissimo la nostra grinta, la voglia, la qualità, per come era sempre stato difficile giocare contro di noi. Vi ho affrontato e sofferto tantissimo, cercherò quindi di tirar fuori quello che voi avete dentro e che io ho sempre visto in voi, insieme potremo fare bene: questo ci ha detto. Si è presentato molto bene e non solo a parole: il suo lavoro è molto curato e specifico, insieme stiamo lavorando per aggiustare alcune cose che avevamo perso di vista, siamo sulla strada giusta".
"Sono uno che si arrabbia pochissimo - continua -. Mi arrabbiai molto con Ibra una volta, in allenamento. Fu un momento e poi, da lì, per un po', non ci siamo parlati. Poi tutto si è risolto e il rapporto è continuato con rispetto. Lui del resto ha sempre apprezzato le persone che gli dicevano le cose in faccia e io allora feci proprio quello".
Su Luca Caldirola, ottimo elemento del vivaio nerazzurro, Cordoba dice: "Mi piace molto Caldirola, è uno disciplinato, semplice, un bel giocatore. Se gli manca un po' di cattiveria? Lui è uno rispettoso, non è una questione di mancanza di cattiveria".
Cordoba ricorda con piacere anche la Coppa Italia da lui stesso alzata nel 2005, primo di una lunga serie di trofei. "Alzai io la Coppa in quella occasione, Pupi era con la nazionale. Fu come se avessimo vinto una Champions... eravamo al settimo cielo, il nostro primo trofeo dopo tanto tempo... il presidente a un certo punto ci disse che eravamo fin troppo esagerati nei festeggiamenti! Fu bellissimo. Poi, proprio con quella grande voglia, abbiamo continuato a vincere".
Infine, chiusura sul ritorno in campo: "Non vedo l'ora - ripete Cordoba -, di tornare in campo, di stare bene, di poter dare un aiuto alla squadra se ce ne sarà bisogno. A Catania? Non so, vedremo".
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