Intervistato dal Corriere dello Sport, Antonio Cassano, come sempre, offre spunti interessanti e mai banali. "Ora voglio pensare meno a quello che è stato e più al presente. Il presente è fatto di quello che mi piacerebbe avere. Il Mondiale, appunto. A volte ci penso. Spesso, diciamo. Certo in Brasile piacciono certe cose del calcio. Già arrivare al Mondiale sarebbe un successo. Riuscire ad essere magari determinanti, farsi apprezzare lì, sarebbe una cosa che ti porti dietro per un bel po’". 

Prandelli sostiene che dal punto di vista caratteriale problemi non ci sono. Qualcuno ripete che accadde qualcosa agli Europei. Ma cosa?
"Io direi proprio niente. E ho capito anche il senso dell’esclusione successiva. Ci sta che a trent’anni ti possano dire: guarda, dobbiamo progettare, seguiamo gente che non ce li abbiano, questi trent’anni".

Lei all’inizio aveva capito che poteva giocarsi la carta Mondiale?
"Pietro Leonardi, il nostro direttore, aveva fatto una scommessa. A Punta Ala parlammo e mi disse che questa sarebbe stata la stagione giusta. Mi disse che avrebbe scommesso su di me. Scommetteva che in questa città, con questa squadra sarei potuto tornare in Nazionale. Qui c’è un presidente come Ghirardi che ha tanta passione. Ero all’Inter dove non ero andato male. Al termine del girone di andata della scorsa stagione eravamo ancora in lotta per tutto. Poi le cose sono andate come sappiamo, infortuni compresi".

Nella sfida per il posto in Nazionale c’è anche Balotelli. Possibile compagno, avversario. Come è Balotelli, lei ci parla, che consigli gli dà?
"Io posso dire solo una cosa. Bastone e carota con Balotelli e prendetelo così com’è. Non provate a cambiarlo. E’ un bravo ragazzo. Ma è un po’ come me, andavo preso per il verso giusto. E io pure in certe situazioni il verso giusto non me lo facevo trovare. Comunque Balotelli è quello che vedete. Non cercate di inventarvi un altro Balotelli. Parlategli con sincerità e certe cose si risolveranno".

Totti è il punto di riferimento della Roma. Lei non è riuscito a diventarlo. E dopo anni straordinariamente intensi in giallorosso finì a Madrid. E’ stato forse quello il momento di svolta della sua carriera?
"Penso proprio di sì. Non dico che c’è da mangiarsi le mani ma... Sapete quanti calciatori nella loro carriera sognano di avere un’opportunità nel Real Madrid? Io ci sono stato e volevo andare via... Non mi trovavo. Ma ne ho fatte tante di fesserie lì, una dietro l’altra...".

Ricorda qualcuna, una delle più grosse?
"Macchè, una peggio dell’altra. Impossibile fare classifiche. Da una parte ho dei rimpianti, ma dall’altra è proprio così. Cassano è fatto in questa maniera. E allora godiamoci questi momenti che sono belli. Ho tanta attenzione vicino a me. Ma anche serenità".

 

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Sab 22 marzo 2014 alle 10:34 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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