Negli anni ’70, la sociologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann elaborò una teoria che rappresenterà negli anni a venire una delle pietre miliari della scienza della comunicazione: quella della “spirale del silenzio”. L’assunto della studiosa berlinese è che i media, ma soprattutto la televisione, possono avere un notevole effetto di persuasione sui riceventi e quindi più in generale sull'opinione pubblica, accentuando altresì la paura dell'isolamento nell'uomo e quindi il processo di adattamento all'opinione generale. Fu una teoria rivoluzionaria in quanto capovolgeva il pensiero di chi riteneva debole l’effetto dei media sulle persone.

Il pensiero sopra descritto può essere la chiave di lettura per interpretare quanto avvenuto tra sabato sera e tutta la giornata di ieri, quando più o meno in tutte le trasmissioni che si occupano di calcio si è dato grande, grandissimo spazio al “caos” accaduto sabato a San Siro in occasione di Inter-Sampdoria: le decisioni di Tagliavento, le espulsioni di Samuel e Cordoba, la reazione di Mourinho che mima il gesto delle manette, le scintille scoppiate più di una volta in campo. Tutti hanno discettato e si sono divertiti a vivisezionare a suon di moviole l’incontro di sabato tra nerazzurri e blucerchiati, dando per la stragrande maggioranza addosso all’Inter e al suo allenatore, che viene generalmente accusato di aver caricato all’ennesima potenza di elettricità l’ambiente nerazzurro, con la conseguenza di aver fatto dell’Inter una sorta di “mostro”, una squadra sull’orlo di una crisi di nervi pronta a scoppiare alla minima decisione arbitrale contro, legittima o meno essa sia.

In tutto questo incredibile turbinio, tutti i coinvolti erano talmente presi dal dire la loro sui fatti di Milano che pochi di essi, se non addirittura nessuno, hanno fatto caso a quanto accaduto domenica pomeriggio a Bologna: è il minuto 66 di Bologna-Juventus, la partita è sull’1-1 ma coi rossoblu all’attacco, quando Del Piero (grazie anche a un tocco di mano, come avranno modo di lamentarsi alcuni giocatori bolognesi) serve un gran pallone a Candreva che infila Viviano e timbra l’1-2 definitivo. Dopodiché, l’ex centrocampista del Livorno si lascia andare a un’esultanza polemica, ponendo l’indice sulle labbra ad intimare il silenzio al pubblico del Dall’Ara (gesto per cui, rendendosi conto della gravità, si è poi scusato).

Esatto: è lo stesso gesto che fece Mario Balotelli nello stesso stadio quando l’Inter andò a vincere contro i felsinei. Soltanto che quella volta che SuperMario decise di reagire al solito concerto nei suoi confronti da parte della tifoseria emiliana, si scatenò l’ennesimo pandemonio intorno al giocatore nerazzurro, contro il quale furono lanciati gli ormai arcinoti epiteti di giocatore immaturo, ribelle, indisponente e via cantando. Ma chi si aspettava la stessa indignazione per quanto fatto da Candreva, è rimasto deluso: nessun dito puntato (a parte il suo...), nessuna voce scandalizzata, tutto è passato sotto silenzio.

Eccola, quindi, scatenarsi, la spirale del silenzio: il vortice tempestoso che travolge l’Inter e pone sull’altare dei sacrifici mediatici ogni suo minimo gesto, il “capro espiatorio” offerto in pasto agli appassionati che vengono così invitati ad un’indigestione di cose da Inter mettendo all’angolo col cappello da somaro chi vuole solo notare le pagliuzze negli occhi altrui. Ben venga, quindi, il silenzio stampa come forma di difesa da questi continui assalti. Duole purtroppo tener presente come quella famosa conferenza stampa del marzo 2009 nella quale José Mourinho andò all’attacco frontale contro tutti i media, riecheggi ancora attuale. Che anche in questo senso, comunque, la Champions possa essere propizia…
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 22 febbraio 2010 alle 11:13
Autore: Redazione FcInterNews
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