Non nascondo che un sorriso mi è scappato. Il triplice fischio dell'arbitro belga Frank De Bleeckere al White Hart Lane non ha sancito solo l'eliminazione del Milan dalla Champions League, ma ha ribadito ancora una volta che l'unica italiana in corsa in Europa, almeno a livello temporale, resta l'Inter. Proprio come l'anno scorso.

Un dato che fa sorridere, appunto, soprattutto pensando che il club nerazzurro è considerato in patria il 'meno italiano' e troppo rivolto agli stranieri. Salvo poi dimenticare tutti questi bei discorsi quando si tratta di rimpinguare il pallottoliere del ranking Uefa. Era accaduto nella finale di Madrid, ma stavolta non ci sarà Inter che tenga: la Germania ci ha superato, Inghilterra e Spagna sono a distanze siderali, mentre la Francia ci tallona.

Qualcuno dimentica, però, che al di sopra di tutto c'è la legge. E in questo caso il regolamento del gioco del calcio. Il tetto vigente riguarda solo giocatori extracomunitari, per cui non ci sono scandali nel contemplare una squadra senza italiani. E, a dire il vero, la tendenza si sta invertendo, ma non credo per ragioni politiche. Semplicemente, si sono trovati calciatori italiani che fanno al caso dell'Inter, come l'ottimo Ranocchia e il puntuale Pazzini. L'Inter ha pochissimi italiani? Per fortuna, dico io, visti i risultati delle altre squadre più tricolorizzate. La Juventus ne è un esempio lampante. E poi quale giocatore italiano sarebbe titolare in questa Inter? Mi viene in mente Nesta. Forse De Rossi. Per il resto, meglio non infierire. E, intanto, si vince il Torneo di Viareggio.

Insomma, ben vengano nuovi giocatori nostrani di qualità. Ma se non ci saranno, dovremo continuare ad accontentarci di avere Eto'o, Sneijder, Maicon, Julio Cesar, Cambiasso, Stankovic, Lucio, Milito, Zanetti e compagnia. Un bell'accontentarsi, direi.

E allora avanti così, Inter d'Italia. E che tutti gli altri tifino Bayern.
 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 11 marzo 2011 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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