E alla fine il cerchio si è chiuso, nella maniera più romantica e storica possibile. Il maledetto scudetto sfumato nel 2022 e consegnato al Milan è stato vendicato senza pietà dall’Inter di Simone Inzaghi: sesto derby di fila vinto e, soprattutto, 20esimo tricolore conquistato letteralmente in faccia al Diavolo e ai suoi tifosi. Con 5 giornate d’anticipo e dopo il 5-1 dell'andata.

Un successo storico e difficilmente ripetibile che ha toccato i cuori nerazzurri e i nervi rossoneri, come testimoniano i rossi sventolati dall'arbitro Colombo ai frustrati Theo Hernandez e Calabria (che hanno confuso il campo da calcio con un ring) o il volume della musica techno alzato a palla dal Dj di turno a San Siro per provare a coprire i cori degli interisti con l’obiettivo di soffocarne la gioia. Spoiler: la missione è fallita. Per informazioni rivolgersi alle tante anime che al triplice fischio hanno colorato di nerazzurro l’esterno di San Siro e invaso le vie del centro di Milano fino a Piazza Duomo, dove cori, bandiere, clacosn, fuochi d’artificio e fumogeni hanno fatto capire al mondo che il Biscione è tornato campione e in Paradiso. Mentre il Diavolo è tornato a marcire all'Inferno preso per mano con l’arte del non saper perdere, dopo quella del non saper vincere messa in vetrina negli ormai celebri festeggiamenti post-scudetto in cui dei tesserati (e quindi non semplici tifosi) aizzavano la folla a dare del “figlio di…” all’ex compagno traditore. Ogni riferimento ad Hakan Calhanoglu non è puramente casuale.

"Il nostro destino il vostro incubo" recitava la coreografia della Curva Nord prima del fischio d’inizio dell’ennesimo Derby di Milano. E il destino alla fine ha voluto che a decidere il derby-scudetto fossero il dimenticato ex Acerbi, che ai tempi della Lazio ebbe il dito puntato per il ‘sorriso’ beffardo dopo un errore che regalò tre punti al Milan nell’anno del titolo, e Thuram, obiettivo di mercato rossonero soffiato all’ultimo dall’Inter dopo il lungo flirt pre-Correa. E l’incubo si è concretizzato con uno scudetto, quello della seconda stella, finito sul petto dei rivali cittadini di sempre in un derby. Il giusto premio per l’Inter e per Inzaghi, usciti più forti e consapevoli dopo aver asciugato le lacrime con gli applausi dei tifosi nonostante il campionato perso all’ultima giornata del 2022 e l’epilogo di Istanbul. Perché per saper vincere bisogna anche saper perdere.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 24 aprile 2024 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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