Lo Scudetto dell'Inter visto da Tommaso Berni. L'ex terzo portiere nerazzurro ha parlato nei giorni scorsi al Corriere della Sera, raccontando come ha vissuto la grande giornata di festa di domenica: "Sono andato a San Siro e sono passato dallo spogliatoio per salutare i ragazzi; mi sarebbe piaciuto potermi fermare di più e divertirmi con loro, ma dovevo tornare a fare umilmente il papà. Fossi stato in squadra scuramente sarei salito sul pullman a trainare tutti. In campo forse avrei battuto lo scatto finale di Marcus Thuram nel derby. O magari sarei scoppiato a piangere come mi successe al gol di Matias Vecino con la Lazio, quando agguantammo la Champions all’ultima giornata".

Ha sentito qualcuno in questi giorni?
"Sono sempre rimasto in contatto con i compagni più stretti. Ho rivisto di recente Ranocchia, mi sento con Barella, Bastoni, Dimarco, Brozovic e Inzaghi, con cui ho giocato per 5 anni. Il miglior compagno che uno possa avere. A tutti loro ho voluto bene e ho fatto sentire il mio sostegno anche nei momenti brutti".

E poi c’è Lautaro.
"Presi la prima espulsione per difenderlo. Gennaio 2020, giocavamo col Cagliari. Lo massacrarono di falli per 90’, lui reagì al 94’ e si beccò il rosso. Mi si tappò la vena contro l'arbitro. “Ma come, lo hanno ammazzato dal 1’ e lo cacci?”. La domenica dopo guardammo entrambi il derby dalla tribuna. Il secondo arrivò col Parma, in pieno Covid. Stadio vuoto, non volava una mosca. Mi scappò un “Porca t…”. Nello spogliatoio chi prendeva un rosso per una sua stupidata doveva pagare pegno. Quindi andai dall’arbitro e scherzando gli dissi che per colpa sua avrei speso un sacco di soldi e che quindi mi avrebbe dovuto offrire almeno da bere. “E guardi che io bevo tanto eh”". 

Cosa portò alla squadra?
"Un paio di AirPods per tutti. Lautaro fece arrivare ad Appiano un pullman carico di televisori. Ognuno secondo le proprie possibilità".

Cosa fa adesso?
"Vivo a Ibiza, dove mia moglie lavora da 11 anni nell’ambito olistico e del curanderismo. Sto portando avanti diverse cose, ho una piccola percentuale in un locale e faccio il concierge, anche se non ho fondato nessuna società. Affitto barche, macchine, ville o appartamenti. Devo lavorare, non posso permettermi di campare di rendita. Sono stato un privilegiato, giocando a calcio ho guadagnato più della media. Ma non così tanto da poter gestire i miei risparmi. Anche perché non è più la stessa Ibiza: i prezzi sono diventati folli, dagli alberghi ai ristoranti passando per gli affitti. Una stanza costa sui 1000 euro. Gli agenti della Guardia Civil, almeno quelli più giovani, non se lo possono permettere e spesso dormono nelle camionette. Prima non c’erano distinzioni fra ricchi e poveri. “In mezzo alla pista siamo tutti uguali”, si diceva qui. Tante culture, tante storie. Questa era l’Isola di cui mi sono innamorato. Ormai c’è una clientela di milionari molto ampia".

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Sezione: Focus / Data: Mer 01 maggio 2024 alle 15:05
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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