Intervistato ai microfoni di FcInterNews.it in occasione della presentazione del libro 'Bella Zio' dedicato a Beppe Bergomi, l'autore Andrea Vitali ha spiegato così la scelta di ripercorrere i primi 18 anni di vita dello Zio: "E' un limite che mi sono imposto per evitare di entrare in un racconto dove il calcio fosse predominante, spinto dalla convinzione che raccontare il calcio è molto difficile e bisogna saper toccare le corde giuste senza cadere nel banale. Volevo invece prediligere il racconto dell'ambiente nel quale Beppe Bergomi è nato e cresciuto, il paesaggio e i luoghi che ha frequentato come l'oratorio, la scuole e il collegio. E anche le persone che hanno contribuito a farlo diventare tale come il padre, la madre, il fratello, ma anche gli amici del paese come il macellaio e il gelataio che lo caricavano in macchina per portarlo all'allenamento per evitargli di prendere due autobus o la metropolitana. C'è un tutta una rete di solidariettà da cui esce un respiro di mondo tramontato, di un mondo di periferia che oggi non c'è più". 

Che personaggio viene fuori da questo libro? "Un personaggio normale. La normalità di Beppe Bergomi trova la sua definizione non solo fisica ma anche morale, perché è ua persona che ha raggiunto grandi obiettivi nel suo campo ma senza l'ossessiva ricerca del successo. L'obiettivo è arrivato come conseguenza logica di professionalità e sacrificio, non solo sua ma anche del suo contorno familiare a amicale. Da qui esce fuori la normalità. Chiacchierando con lui mi sono reso conto che a questo percorso umano lui ha tratto degli insegnamenti che l'hanno fatto rimanere tale e quale: una persona normale che passeggia coi piedi saldamente per terra lungo l'esperienza della vita". 

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Sezione: News / Data: Lun 11 giugno 2018 alle 21:04 / Fonte: dall'inviato Mattia Todisco
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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