Detto con tutta onestà, non so se siano più fastidiose le continue voci su Diego Pablo Simeone o quelle su Gabriel Barbosa Almeida. Per il primo, tutti sanno che prima o poi diventerà l'allenatore dell'Inter, ma per il momento non c'è assolutamente nulla, se non delle semplici dichiarazioni d'amore, le solite aperture che ogni tot arrivano puntualmente nei vari pre o post Champions League. Nessuna stretta di mano, nessuna firma, nessun accordo raggiunto. Ad oggi, niente di niente.

Solo parole. E nel calcio, si sa, spesso queste vanno via con il vento. Quindi, come ho già cercato di far capire qualche settimana fa, la cosa più intelligente da fare sarebbe non parlarne più. Almeno per un po'. Per il bene di tutti. Dell'Inter, dell'Atletico Madrid, dello stesso Cholo e di Stefano Pioli, probabilmente la prima, vera 'vittima' di questo infinito e stucchevole pourparler mediatico.

Per quanto riguarda il baby brasiliano, il discorso è sicuramente diverso. Anche se, pure in questo caso, i rumors si rincorrono. Talvolta a sproposito. Mi piace pensare che nel calcio ci debba essere una formazione-base, un 'undici' ideale per ogni allenatore, che ovviamente può cambiare in base a turnover, squalifiche e infortuni, ma che almeno sulla carta deve avere degli uomini certi. E in questa Inter, beh... credo sia complicato pensare che in attacco le scelte non siano chiare, nette.

Giocando con tre offensivi in linea, le opzioni sono quelle. Non si scappa. Antonio Candreva a destra, Ivan Perisic a sinistra, Mauro Icardi in mezzo. Stop, questo è quanto. E dall'inizio, con tutta la buona volontà, l'ex Santos difficilmente, molto difficilmente, potrebbe trovare spazio. Ma anche con l'aggiunta di un ulteriore interprete avrebbe difficoltà, perché la ricerca del giusto equilibrio suggerisce l'inserimento di un centrocampista offensivo, in grado, perché no, di agire come trequartista (vedi Marcelo Brozovic ed Ever Banega). Questo un piccolo cenno tecnico-tattico.

In tutto questo c'è poi da considerare l'approccio del talento di São Bernardo do Campo. Non è piaciuto il suo atteggiamento con FdB. E tra le righe lo stesso tecnico olandese non ne ha mai fatto mistero. Al pari di Piero Ausilio, che in occasione della trasferta di Genova contro la Sampdoria ha spiegato che un po' tutti si sarebbero aspettati di più dal giovane brasiliano. Quindi, se il minutaggio è quello che è (contro il Bologna l'unico spezzone stagionale) qualcosa non sarà piaciuto.

In estate la società è stata molto brava nel presentare questo acquisto come quello più importante delle ultime stagioni (anche se nessuno può negare che si tratti dell'opzione B. Il vero fenomeno, infatti, era ed è tuttora Gabriel Jesus, preso dal ricco Manchester City e corteggiato dall'Inter come non mai), ma ora i dirigenti dovranno essere altrettanto attenti e lungimiranti in vista di gennaio.

Prestito secco, piazza e ambiente ideali in cui potersi esprimere con l'obiettivo di riabbracciarlo a giugno con maggior esperienza. Pronto per giocare e, possibilmente, con un altro spirito. Perché quanto mostrato finora nel quotidiano non è bastato, e questo continuo 'tam tam' mediatico sta facendo male al diretto interessato, soprattutto. Insomma, la situazione all'Inter mi sembra molto chiara. Lo spazio per Gabi è veramente poco. E un motivo (forse più di uno), dovrà pur esserci.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 08 dicembre 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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