Si sa: quando una stagione va malissimo come è andata quella dell'Inter, si è tentati di gettare tutto all'aria e ripartire da zero. Il rischio – grosso – è quello di non rendersi conto delle note positive o delle potenzialità di un gruppo che magari non sarà da scudetto, ma nemmeno da settimo posto.

Questo discorso si adagia perfettamente sulla figura di Antonio Candreva, forse il miglior esempio in tale contesto. In un mondo nel quale giocatori normalissimi vengono ipervalutati e nel quale si chiedono milioni su milioni per giovanotti di belle speranze, Candreva resta un elemento affidabile e di qualità.

Rileggendo la stagione scorsa, limitandoci alla Serie A, i freddi numeri ci dicono: 38 presenze (delle quali 36 da titolare) condite con 6 gol e 11 assist. Chiaro, nel calcio le statistiche vanno interpretate e non prese come fossero verità assoluta. Ma è evidente che il suo campionato non sia stato il disastro che in tanti descrivono, anzi.

E allora da dove nasce l'equivoco? Detto della stagione nera generale che fa sembrare tutto negativo, la realtà è che Candreva paga soprattutto un amalgama non perfetta con i compagni di squadra e, in particolare, con Mauro Icardi.

L'ex laziale è un esterno puro, un'ala vecchio stampo, un cursore di fascia instancabile che sa arrivare sul fondo come pochissimi altri e che sforna cross a ripetizione. Insomma, Candreva è di gran lunga più un esterno da 4-4-2 che non un attaccante da tridente. Icardi, a oggi, non è 'un Batistuta', non è un centravanti che regge da solo tutto il peso dell'attacco. Ed ecco che spesso i cross di Candreva (e di Perisic, altra ala purissima) sono stati facile preda delle difese avversarie. E', in fondo, lo stesso problema – sebbene con contorni differenti – che ha avuto Banega, uno che ha bisogno di un altro tipo di punta da servire.

In poche parole, Candreva paga l'errata costruzione dell'attacco a livello di intrecci e mescolanza più che sue pecche specifiche. Da qui la discrepanza tra il buonissimo rendimento personale e quella fastidiosa sensazione di bocciatura che in molti hanno ricevuto. Vale per lui e per tanti altri: quella nerazzurra attuale è una rosa di valore se si valutano gli elementi uno per uno (con ragionevoli eccezioni), ma che poi si è dimostrata carente sotto il profilo del gioco di squadra.

Spalletti, che è tutt'altro che uno sprovveduto, avrà già analizzato per bene il contesto generale e saprà dove intervenire. Perché l'equivoco-Candreva è solo uno dei tanti.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 03 luglio 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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