E chissà che qualcosa di nuovo stia davvero accadendo, che la benedetta luce in fondo al tunnel non sia poi più così lontana. Che quanto visto domenica nella gara contro il Sassuolo possa davvero fare pensare ad uno Stefano Pioli che abbia intravisto il bandolo della matassa e che abbia iniziato ad un paziente lavoro di sbrogliamento della stessa. Certo, negli anni in casa nerazzurra ne sono successe talmente tante, soprattutto a cavallo tra un anno e l’altro, e ormai il tifo interista è più incline a commentare tutto con sereno distacco, quando non con una punta di disincanto. Troppo spesso, anche in tempi recentissimi, il passaggio da un anno all’altro è stato deleterio per la Beneamata, una situazione che si ripete con drammatica continuità forse a partire dalla parentesi di Claudio Ranieri e che ha visto nell’ultimo campionato le conseguenze più traumatiche.

Dovrà pertanto lottare anche contro questo spettro, Stefano Pioli, arrivato al capezzale di un’Inter la cui cura riabilitativa a base di normalità, dopo il tornado di eventi e defaillances a volte imbarazzanti che ha sostanzialmente contraddistinto la breve era di Frank de Boer, sta procedendo con esiti magari non esaltanti in senso lato, ma di sicuro confortanti. La partita contro il Sassuolo è stata un nuovo step nel processo di stabilizzazione di una situazione che continua ad essere difficile ma ora un po’ meno disperata di quanto sembrava solo fino a qualche settimana fa. A voler ripensare a mente fredda a quanto visto nel freddo primo pomeriggio del Mapei Stadium, risulta anche complicato capire certe critiche mosse alla squadra. Va bene, il Sassuolo era in totale emergenza e adesso è un lontano parente di quello che ha stupito l’Italia la scorsa stagione ma ha comunque tenuto in apprensione l’Inter presa spesso in infilata sulle ripartenze. E anche la gestione del vantaggio poteva essere migliore e meno sofferta e le occasioni create successivamente andavano sfruttate meglio, molto meglio.

Ma le zone d’ombra nelle quali il gruppo nerazzurro continua a calarsi non possono oscurare i diversi lati positivi della fredda giornata emiliana. Perché due giornate di fila in campionato senza subire reti dovrebbero essere forse la prassi per una squadra che ambisce a ripopolare i quartieri alti della classifica ma che visti i chiari di luna degli ultimi tempi diventano certamente un dato rimarcabile. E poi, undici tiri in porta nel solo primo tempo, un record assoluto per l’Inter in questo campionato, non possono essere solo il frutto del caso. E complessivamente, sono state decisamente migliori le occasioni avute dall’Inter per chiudere i conti che quelle degli uomini di Eusebio Di Francesco. Visto anche l’orario in cui si è giocato, alla fine ci si deve mangiare i gomiti più per le grandi chance divorate in maniera incomprensibile da un Ivan Perisic apparso decisamente fuori fase nelle ultime uscite e soprattutto per il bizzarro metro arbitrale di Di Bello che si ripercuote nella curiosa decisione di infliggere due turni di squalifica a Felipe Melo per un atteggiamento definito “irrispettoso”…

Ma siccome il tecnico e il gruppo devono sudarsi fino in fondo le vacanze di Natale, ecco che il calendario offre ancora una giornata di campionato. E ironia della sorte, ancora una volta, prima del rompete le righe natalizio l’Inter dovrà affrontare la Lazio. Una partita che, scherzi del calendario, è diventata ormai una sorta di grande classico delle festività di fine anno, visto che sarà il terzo anno consecutivo che le due squadre incroceranno le armi a ridosso del 25. Una ricorrenza diventata puntuale quasi come un cinepanettone, che però all’Inter non ha portato molta allegria: come raccontato sopra, fu proprio l’inaspettata sconfitta interna contro la Lazio ad aprire le prime crepe che sarebbero state il preambolo all’implosione del castello dell’Inter di Roberto Mancini. 

Quella che arriverà a San Siro, poi, sarà una Lazio lanciatissima nelle posizioni di vertice, cliente decisamente fra i meno raccomandabili in questo momento. Ma se è vero che questo Inter-Lazio ha assunto i contorni di un film seriale (è stato persino designato lo stesso arbitro), è anche vero che mai come mercoledì sera l’Inter è cambiata a cambiare il finale dell’episodio e con esso anche quello del resto del campionato. Arrivare alla pausa senza un risultato positivo vorrebbe dire mandare nuovamente tutto a monte e condannarsi nuovamente ad una seconda parte di stagione fatta più per sopravvivere che per vivere un campionato almeno dignitoso.

Sarà una serata delicata, ma a Stefano Pioli la fantasia e i mezzi per cambiare il copione non mancano. Basti pensare ad un fatto: l’attore protagonista del dicembre scorso, Antonio Candreva, colui che condannò l’Inter alla pesante battuta d’arresto, adesso ha cambiato ruolo, pardon, maglia…

 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 20 dicembre 2016 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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