Manca meno di una settimana all'inizio del campionato e le chiacchiere, le eventuali illusioni o mortificazioni, le aspettative e le conclusioni relative al calciomercato e poi a tutte le amichevoli, stanno lasciando il posto alla realtà dei fatti. La grana Kondogbia è un aspetto fastidioso oltre che ingiustificabile ma tutto sommato sopportabile se consideriamo che comunque il giocatore non era al centro del progetto e sta trascurando la professionalità per favorire un egoismo gestito in modo infantile. Kondogbia è in effetti in controtendenza rispetto a tutto il gruppo.

L'Inter bolsa e senza interesse per se stessa e per i tifosi sembra aver trovato degli impulsi che vanno ben oltre alle sensazioni di qualche amichevole. Per la prima volta dopo tanti anni non si è parlato di Handanovic in uscita, Jovetic ha certificato più volte la volontà di rimanere, Perisic, a prescindere dall'esito del calciomercato, non sta impazzendo di rabbia vestendo ancora il nerazzurro, Medel ha lasciato quasi con rammarico salutando l'Inter con sincero attaccamento, Icardi sta lentamente imparando a fare il capitano nonostante qualche inciampo comunicativo e in generale si percepisce una squadra che sta creando qualcosa. Sono piccoli esempi che toccano argomenti come il senso di appartenenza, il collettivo e l'ambizione di raggiungere traguardi importanti, aspetti che dovrebbero essere la normalità in un grande club e che si sono clamorosamente smarriti in un amen con giocatori ammonticchiati l'uno sopra l'altro in questi anni senza nemmeno avere grande interesse per la storia e la tradizione dell'Inter. Ci sono stati tentativi a volte grossolani o un po' goffi di trasferire ai giocatori il senso dell'Inter ma sono poi naufragati dai continui stravolgimenti a cui la società si è sottoposta con straordinario masochismo.

Oggi non è tutto cambiato ma sembra che ci sia una maggiore attenzione al lavoro sulla testa e lo si intuisce anche dalle dichiarazioni che non sono sempre tutte uguali. Può darsi che l'Inter parta malissimo e tutto questo ragionamento vada a farsi benedire, perché il calcio è fatto di risultati ma l'annotazione cronistica riguarda proprio la volontà quasi ossessiva di rielaborare la mentalità di tutto l'ambiente, al punto da riuscire a rivalutare una rosa che in pochissimo tempo si è deprezzata. Quella autostima è esattamente il plusvalore su cui l'Inter ha probabilmente fondato le prime certezze con vittoria in serie contro avversari di spessore pur trattandosi di partite amichevoli.

Ho sempre pensato che l'Inter questi anni avesse trascurato il desiderio di vincere, ho persino letto di tifosi che si affezionavano a chiunque, persino a Jonathan, perché quando il tunnel non finisce cominci ad arredarlo. L'Inter insomma stava, parlo al passato consapevole del rischio, diventando sempre più naif perdendo di vista il motivo per cui è in vita. Il centro del progetto è finalmente l'allenatore, incaricato di spolverare tutto il reparto tecnico e riportare i giocatori ad un banale ma efficace concetto di gruppo. L'ultima amichevole con il Betis è stata poco entusiasmante, anche a causa delle condizioni del tempo e di qualche esperimento, tra cui l'inserimento del neo arrivato Dalbert. Vecino si muove in modo ancora ordinario, Borja Valero al contrario illumina e Skriniar conferma di essere più forte di quanto sapevamo di lui.

A poco più di 15 giorni dalla fine del calciomercato si può tranquillamente affermare che comunque dalla società ci si aspettava un'estate decisamente più entusiasmante e con investimenti importanti. Dapprima la pazienza, poi lo stupore e la profonda delusione per un mercato fin troppo realistico e vincolato a i lacci dell'Uefa, poi tra il sarcasmo e l'ironia dello stesso popolo nerazzurro che sa come affrontare spesso realtà spiacevoli, la stagione ha preso una piega sempre più positiva e quello che veniva considerato bronzo è improvvisamente diventato oro. Rivalutare quello che si aveva in casa, così come le spese a buon prezzo a discapito dei giocatori firmati che costano tanto ma non sempre rendono secondo le aspettative, è diventato il mantra della new Inter, la quale ha tanto bisogno di partire bene e di continuare a mantenere la fiducia per poter sigillare una squadra che fino a pochi mesi fa aveva tantissimi spifferi. La situazione però è ancora liquida e in divenire ma per Ferragosto teniamoci queste buone sensazioni. Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 14 agosto 2017 alle 00:24
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
vedi letture
Print