Il mezzo passo falso profetizzato da molti alla vigilia è dunque arrivato. L'Inter viene frenata dal Torino in una giornata strana, nella quale la Juventus per poco non perde punti in casa col Benevento, il Napoli non va oltre lo 0-0 con il ChievoVerona e la Lazio non gioca la sua partita a causa del maltempo. Resta col sorriso la Roma, che ne fa 4 alla Fiorentina. La differenza è che non v'è traccia di processi né allo scarno 2-1 bianconero contro il fanalino di coda né alla sterilità offensiva napoletana contro una squadra che ne aveva beccati 8 nelle ultime due (4 dal Milan e 4 dalla Samp). Per i nerazzurri, invece, imbastiti processi più o meno sommari.

Eh già, perché quando è l'Inter a portare a casa il bottino pieno magari col minimo sforzo e senza brillare, si parla regolarmente di bel gioco che latita. Poi però, come contro il Torino, quando i nerazzurri creano palle-gol in serie e non raccolgono il massimo per questione di centimetri, allora la logica del "non conta solo vincere" non vale più. No, in questo caso si ragiona diversamente: "Sì, ok, hai creato tanto. Però è il risultato quello che fa la differenza". Un po' troppo facile, no?

Ragionevolmente, la squadra di Spalletti contro i granata ha pagato davvero l'eccessivo sperpero di palle-gol. Visto che non tutti ne hanno fatto menzione, se non superficialmente, e visto che abbiamo tempo, le elenchiamo una per una per rendere chiaro il quadro.

5' – Candreva crossa per Icardi che non arriva per millimetri solo dinanzi a Sirigu;

23' – Altro cross, stavolta arretrato, di Candreva e Icardi, tutto solo, sbuccia una sorta di rigore in movimento;

25' – Ennesimo cross forte e teso di Candreva: ancora Icardi manca il gol per pochissimo non arrivando in tempo all'appuntamento;

28' – Contropiede in tre contro due. Icardi si fa borseggiare malamente il pallone al limite dell'area;

37' – Icardi ha un'altra ghiotta chance ma si fa murare il tiro da De Silvestri;

38' – Sirigu salva tutto su colpo di testa di Skriniar dopo un corner dalla sinistra;

43' – Candreva fa tutto bene e spara a colpo sicuro, trovando però l'opposizione alla disperata di Burdisso;

50' – Bravissimo Nagatomo nel pescare in area Vecino: Sirigu con un miracolo devia il colpo di testa dell'uruguaiano;

58' – Ancora protagonista Icardi, che riceve da Borja Valero e scarica di potenza con lo specchio della porta aperto: palla deviata da un difensore che finisce sul fondo sibilando al palo alla destra di un impietrito Sirigu;

63' – Altro, incredibile errore sotto porta di Icardi, che manca l'1-1 da pochi metri dopo aver messo a sedere N'Koulou con un'apprezzabile finta;

88' – Vecino spacca la traversa con un destro potentissimo.

Contiamo insieme: undici palle-gol. Undici. Escludendo il pareggio di Eder, quindi, l'Inter ha creato undici presupposti concreti per segnare. Poi possiamo scrivere che è mancata la precisione, che Icardi non può fallirne così tante, che Eder poteva entrare prima, che Perisic è rimasto avulso dal gioco anche nel secondo tempo quando di solito entra pienamente in gara, che Miranda poteva accorciare meglio su Iago Falque, che Borja Valero ha sofferto la marcatura a uomo per alcuni spezzoni di gara, che Gagliardini non è stato super-brillante. Possiamo dire e scrivere tutto, ma almeno la cronaca dovrebbe rimanere salva da elucubrazioni mentali. Invece è più facile parlare di spettri che aleggiano, di fantasmi che riaffiorano, di paure ancestrali, di troll, di orchi e di nazgul.

Ma anche i profeti di sventura sapevano contare. Almeno dall'uno all'undici.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 07 novembre 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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