L’Inter è più forte dell’anno scorso. È qualcosa di più che una sensazione e ci sono alcuni aspetti che con la partita di ieri notte contro il Real Madrid, sono emersi visibilmente. Per cominciare i nuovi acquisti hanno dato subito la sensazione di essere in palla e centrati nel loro ruolo. Vidic è cresciuto alla distanza: qualche impaccio iniziale, un senso di smarrimento che ha lasciato il posto a una maggiore convinzione, fino a diventare perno difensivo e pericolo in attacco. Senza contare che sta giocando a tre. Dodò è il mio personale migliore in campo. Rapido negli spostamenti, abilissimo coi piedi, un terzino giovane e che può crescere ulteriormente nel concetto tattico. È un titolare su cui investire.

M’Vila come è entrato ha creato due occasioni importanti, una di queste culminata con il calcio di rigore. Considerando che deve ancora perdere peso e guadagnare in velocità è stato un esordio decisamente convincente. Ma la rosa dell’Inter ha in dote anche un giocatore che lo scorso anno non ha trovato spazio e che Mazzarri non sembra intenzionato a tenere: parlo di Ruben Botta, giocatore di grande talento, capace di giocare tra le linee e saltare l’uomo con disinvoltura.
Da disciplinare nella posizione e per l’assistenza al compagno di reparto, Botta ha qualità da grande squadra ma sembra che lo vedremo andare in prestito, forse al Torino. Una scelta poco comprensibile.

Buoni i movimenti di Ranocchia e il sacrificio, unito al carattere di Icardi. Non bene il centrocampo nel primo tempo: il gol di Gareth Bale lo si deve alla sua straordinaria qualità ma anche alla mancata copertura che per almeno mezzora è venuta meno proprio nella zona di Kuzmanovic e Obi. Il problema si è creato in ben tre occasioni e non sono sicuro se questi mancati movimenti siano addebitabili solo a Kuzmanovic o a una generale amnesia negli automatismi. Ottimo Jonathan, il quale in alcune partite tende a esaltarsi e a trovare testa e cuore da giocatore di categoria superiore. Se avesse sempre questo piglio sarebbe un esterno imprescindibile. D’Ambrosio ha mostrato progressi, francamente non può essere il giocatore ai confini della mediocrità che abbiamo visto la scorsa stagione. Handanovic è parso sorpreso dal gol di Bale e non sembra aver calcolato benissimo la punizione del gallese che lo ha costretto a mettere in angolo.

All’Inter mancavano meno giocatori del Real Madrid, questo è indiscutibile ma è altrettanto vero che i titolari erano quelli di maggior qualità: Hernanes, Kovacic, Palacio, Alvarez, tralasciando Guarin, pare in partenza e i due prossimi acquisti nerazzurri (Medel e un attaccante non meglio identificato). In generale, la vera buona notizia arriva dal senso di coinvolgimento di ogni singolo entrato in campo. Qualunque giocatore subentrato ha dato un contributo, dando la netta sensazione che sapesse quello che doveva fare. Una piacevole sorpresa che conferma quanto sia importante la stabilità in un gruppo. Mazzarri può anche non piacere ma i benefici che si hanno con la stessa guida tecnica per due anni consecutivi vanno al di là delle perplessità sull’allenatore. Questa almeno è la mia impressione dopo la partita con il Real Madrid.

Ora però arrivano anche il Manchester Utd e la Roma e mi resta impressa la dichiarazione del tecnico livornese che, qualche tempo fa, ha inteso preparare con maggiore attenzione la trasferta americana. Il motivo è immaginabile: in un momento in cui l’Inter sta iniziando ad imbastire trattative strategiche per far cerscere i profitti grazie al brand, è fondamentale non rimediare brutte figure come quelle dello scorso anno contro il Valencia (0-4) e il Chelsea (0-2) ma giocare mantenendo una mentalità vincente. Come ieri notte. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 28 luglio 2014 alle 00:01
Autore: Lapo De Carlo
vedi letture
Print