Quando si dice che i problemi bisogna guardarli da lontano, scorgendo un altro punto di vista per trovare la soluzione, è verissimo. Si mette a fuoco meglio la questione e si rintracciano strade che prima era impossibile identificare.

Luciano Spalletti è l'ultimo arrivato in casa Inter, eppure sembra quello che ha le idee più chiare su ciò che si deve fare per riportare ai vertici il club nerazzurro.

Non le manda a dire il buon Luciano, che parla con schiettezza nel suo tipico stile toscano, reminiscenze che affiorano dalle terre del Cioni. E allora anche l'ultima sua conferenza stampa ha fatto comprendere quanto sia vicino alla verità, alle radici dei problemi che hanno attanagliato l'Inter in questi sei anni cupi (tolta doverosamente la parentesi del Mancini 2015-2016, con un quarto posto dignitoso).

- "Vogliamo integrare la rosa, ma dobbiamo ancora conoscere qualcosa. Stiamo lavorando. C'è da trovare equilibrio da squadra forte. Dobbiamo essere squadra da Inter. Una componente fondamentale è il carattere dei giocatori. L'abbassare spesso il nostro livello del 'non te la do mai vinta' è una cosa che ho visto succedere nelle partite che ho analizzato dell'Inter ed è una cosa che va messa a posto".
Un tasto sul quale batte forte: la riconoscenza del blasone, della maglia per la quale si suda. Deve essere un onore e un onere indossarla. Si deve capire quanto 'pesa'.

- "Dopo qualche campionato senza riuscire a far vedere le sue qualità, è giusto che qualcuno vada a giocare. Per il suo bene. Noi con tutta sincerità cercheremo di fargli capire quelle che sono le nostre intenzioni. Non vogliamo fare confusione".
Limpido: il gruppo verrà scelto. Ci saranno dei tagli che, per quanto dolorosi, saranno ritenuti fondamentali per la salute del gruppo. Zero compromessi anche sotto questo punto di vista per l'ex tecnico della Roma.

- "A me sono state promesse delle cose. Se non vengono mantenute, vengo qui è dico che mi è stato promesso e che non è stato mantenuto. Le cose promesse bisogna poi portarle a casa. Staremo attenti sul mercato e alcuni calciatori verranno acquistati".
Della serie: si ride e si scherza, ma poi dal mercato devono arrivare quei tre, quattro o forse cinque elementi in grado di far crescere anche il resto della rosa. Niente scherzi.

- "Bisogna avere delle aspirazioni e magari inseguire qualche visione. Per tutti noi conta quest'anno. Ci son dei calciatori che qui hanno visto passare e ascoltato quattro, cinque, sei allenatori di grandissimo livello. Non la raccontano più a nessuno: è colpa anche loro se non si fanno risultati. E' l'ultima occasione che abbiamo. E non parlo solo per me, ma anche per molti dirigenti, per molta gente dell'Inter. E lo devono sapere: si dà tutto in questa stagione".
Una sorta di grido di battaglia, di presa di responsabilità. Up patriots to arms. Patti chiarissimi.

Sono molti i tifosi preoccupati per un mercato che fin qui ha regalato pochi sogni. Ma in troppi sottovalutano proprio l'arrivo di Spalletti, una mossa che potrebbe rivelarsi decisiva e già ora un grosso passo in avanti rispetto a dodici mesi fa, quando quei sogni non avevano nemmeno possibilità di essere immaginati. Lucio ci metterà del suo e sta dimostrando di essersi calato perfettamente nel mondo Inter. La dirigenza gli metterà a disposizione i giocatori richiesti. Poi starà a loro sudare, non darla mai vinta, cambiare atteggiamento e vincere. Perché ormai "non la raccontano più a nessuno".

Sezione: Editoriale / Data: Lun 10 luglio 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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