Mancavano solo la darsena e un paio di bitte, e poi davvero Corso Vittorio Emanuele avrebbe assunto l’aspetto di un vero e proprio porto di mare. Nelle ultime ore, la lastricata ed elegante via a ridosso del Duomo dove furoreggiano negozi di ogni tipo e il viavai di gente comune è all’ordine del giorno è stata al centro di un vero e proprio andirivieni di uomini di calcio di ogni genere, considerando che è proprio su questa strada che affacciano (ancora per poco, a quanto pare) gli uffici dell’Inter. Le cui porte, soprattutto due giorni fa, si sono aperte e chiuse di continuo al passaggio di agenti, direttori sportivi, operatori di ogni tipo. Una movida dove di divertimento presumibilmente se ne è visto poco, ma di lavoro se ne è fatto davvero tanto.

Perché, è questa la sostanza delle cose, l’Inter sta lavorando. Sta lavorando da subito alla nuova stagione, tra nuovi arrivi da discutere e magari definire, giovani da piazzare per accontentare l’Uefa e la richiesta di plusvalenze da presentare nel prossimo bilancio, contratti da sistemare ed opportunità da verificare. E tra un Radja Nainggolan che dopo tanti anni di voci evaporate finalmente si appresta a sposare la causa nerazzurra, uno Ionut Radu che saluta per andare al Genoa ma sempre con l’ancora della ‘recompra’ e nel frattempo annuncia che l’Inter rimarrà sempre nel suo cuore, un direttore sportivo e un agente che entra ed esce dalla sede senza soluzione di continuità, si ricava una piacevole sensazione: quella di una società che non vuole perdere troppo e punta a farsi trovare pronta il prima possibile alla prossima stagione, quella dove si torneranno a rivedere le stelle, come da claim per la campagna abbonamenti.

Ne trarrà sicuro giovamento Luciano Spalletti, che potrà lavorare da subito alla realizzazione dello step successivo del suo progetto Inter: portare la squadra a consolidare la propria posizione in campionato, cercando magari di garantirsi la qualificazione alla prossima Champions evitando di arrivare agli ultimi dieci minuti dell’ultima sfida, perché vanno bene l’emozione e il racconto epico però un po’ più di sicurezza non guasta, e magari portando in bacheca un trofeo dopo sette anni grigi come se dalle parti della Pinetina qualcuno avesse rotto uno specchio. Con un ulteriore, grande vantaggio: quello di poter lavorare sin da subito con l’organico pressoché al completo, fatti salvi i pochi alle prese col Mondiale ed eventuali ritocchi di mercato. Condizione ideale, che il tecnico di Certaldo vuole far fruttare invitando tutti a concentrarsi da subito sul prossimo campionato, con ritiro nel quartier generale di Appiano Gentile e viaggi ridotti al minimo, con Nizza, sede del match contro il Chelsea, come concessione massima alle trasferte e alle partite estive (meta oltretutto più vicina rispetto alla prima sede, Göteborg)

Lavora, quindi, l’Inter; lavora Piero Ausilio per l’area tecnica, senza nemmeno pensare troppo agli obblighi previsti dall’Uefa alla voce lista Champions. Ma lavora anche la società, che a breve termine sarà chiamata a ridefinire quello che è il proprio assetto soprattutto per quel che concerne il proprio pacchetto azionario. L’arrivo del Fair Play Finanziario 2.0 con le nuove indicazioni in merito all’apporto di capitali societari per i quali sarà sempre meno consigliabile rivolgersi all’esercizio dei prestiti porterà presumibilmente ad un’accelerazione delle strategie di Suning. Che in questi primi anni ha dovuto necessariamente muoversi in questo modo anche per via dell’invisibile e al tempo stesso ingombrante presenza di Erick Thohir. Che continua a ricoprire il ruolo di presidente e a detenere il 30% delle quote del club ma al tempo stesso ha ridotto drasticamente attenzione e dichiarazioni sul presente e sul futuro dell’Inter, concentrando anima e corpo sull’organizzazione degli Asian Games e concedendosi solo qualche battuta sulla sua preferenza sulla Francia e su Blaise Matuidi al Mondiale.

La famiglia Zhang intende sciogliere al più presto questo nodo, a quanto pare con l’intenzione di offrire all’indonesiano quote della propria azienda in cambio di quelle dell’Inter in modo da prendersi praticamente l’intera base azionaria. Mossa che sarebbe propedeutica alla realizzazione di alcuni passaggi cruciali, come ad esempio la conversione dei prestiti concessi in conto capitale, il che sgraverebbe in maniera determinante l’Inter dagli obblighi derivanti dal rimborso delle somme sin qui concesse. E come la nomina del nuovo presidente, che presumibilmente sarà la certificazione di un percorso praticamente già scritto.

Non è un caso se, nella prima conferenza dell’ultimo ritiro estivo di Brunico, Luciano Spalletti lo salutò definendolo il presidente. E non è certamente per puro diletto se Steven Zhang segue da vicino tutto il lavoro della società direttamente all’interno della sede, per poi uscire e rispondere sornione e sorridente alle sollecitazioni dei cronisti che probabilmente si stanno abituando all’idea di fargli la posta esattamente come avveniva nella lunga epoca di Massimo Moratti, tradizione che comunque periodicamente viene rispolverata. Anche lui pesantemente criticato, per non dire peggio, non appena le cose iniziavano a farsi complicate, alla fine Kangyang-Steven è andato avanti per la sua strada, lanciando quelli che sembravano proclami vacui ma che alla fine stanno pian piano trovando riscontri concreti, e soprattutto disseminando indizi della sua completa dedizione alla causa interista, dalle lacrime successive alla gara con la Lazio alla contemplazione del meraviglioso panel pubblicitario della nuova campagna abbonamenti nerazzurra. Fino a quella struggente dedica d’amore, “Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata”, scritta su Instagram.

Sembra quindi tutto scritto; senza nulla togliere al nome di Javier Zanetti, che indubbiamente avrebbe un certo fascino e manterrebbe vivo quel senso di romanticismo al quale ancora molti tifosi tendono ad agganciarsi ma che comunque per qualcuno potrebbe suonare come un retaggio dell’era morattiana, Suning ha bisogno di battere il ferro ora che sta cominciando a scaldarsi davvero, dando continuità e maggiore concretezza al proprio impegno per il club nerazzurro, anche per rispondere ai critici a tutti i costi. E la nomina di Steven come numero uno dell’Inter rappresenterebbe inoltre la creazione di una linea di comando diretta, di padre in figlio.

La scorsa notte è stata quella del Draft Nba, quella delle scelte dei migliori giovani giocatori del basket dei college Usa e non solo, visto che tra i protagonisti assoluti c’è stata anche la nuova ‘big thing’ della palla a spicchi europea, lo sloveno Luka Doncic. Giovani leve pronte a fare la voce grossa nel mondo dello sport, quella nuova storia che l’Inter vuole scrivere in campo e fuori. Magari con un presidente giovane e pronto. E innamorato. 

VIDEO - I TIFOSI DELL’INTER GIÀ ASPETTANO IL NINJA: STRISCIONE PER NAINGGOLAN SOTTO LA SEDE

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 giugno 2018 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
vedi letture
Print