Dopo tanto tempo l’Inter è tornata a giocare bene, vincendo l’ennesima partita in rimonta e aggiungendo tante ottime notizie. Tra queste spiccano la quinta vittoria consecutiva, la prestazione più che buona di Gagliardini e il ritrovamento definitivo di Kondogbia, alla terza gara di fila tra i migliori in campo.
Dove prima, nonostante i successi, si aggiungevano dubbi sulla qualità del gioco, si nutrivano perplessità sulle prestazioni individuali e si guardava con sospetto ai timidi approcci, questa volta è andata in scena una squadra finalmente convinta e disposta ad essere semplice nelle sue geometrie.
Il primo tempo mi ha ricordato l’andamento di Inter-Pisa dell'88/89, 45 minuti letteralmente dominati eppure terminati con la beffa di un gol preso e nessuno segnato.
La manovra nerazzurra si snoda per vie centrali, con percussioni di Gagliardini, di cui parleremo tra poco, e giocate illuminate di Kondogbia, il quale stupisce per aver imparato a distribuire i palloni con lucidità e dimezzando i tempi delle sue giocate. 

Si entra nell’area del Chievo con una certa facilità ma poi qualcosa va sempre storto. Manca la ferocia sotto porta, quella malizia che permetta di essere più efficaci. Accade ad Ansaldi quando, entrato in area, affretta il tiro e si sbilancia mandando ampiamente fuori, avviene con Perisic che salta regolarmente l’uomo ma poi non trova mai la precisione e con Icardi, che si muove molto ma in direzioni che frastornano anche i suoi compagni. L’Inter subisce un gol del tutto incongruo con l’andamento della gara, a causa di una dormita di Icardi e D’Ambrosio di cui approfitta Pellissier.
Il vero protagonista è però Sorrentino, capace di parare tutto ed essere sempre ben piazzato. L’intervento più difficile proprio su Gagliardini che lo costringe a distendersi per evitare il primo gol.
Il secondo tempo inizia male, con un’azione clivense che approfitta di un’Inter distratta e permette ad Handanovic di fare una parata. I nerazzurri vanno a testa bassa, anche troppo e si mostrano più lenti e disuniti rispetto alla prima parte. Il Chievo si chiude ancora di più e in due occasioni va in contropiede, evidenziando qualche squilibrio nei meccanismi difensivi. Miranda sa metterci una pezza e la squadra torna a trovare un ritmo difficilmente arginabile. Perisic poi calibra troppo centralmente uno spiovente in area permettendo a Sorrentino di continuare a dare la sensazione di essere insuperabile.

Il gol di Icardi su cross di un Candreva non ispirato, sblocca tutto. E’ una percussione di Perisic a fare giustizia, poi nel finale il 3-1 di Eder suggella un risultato meritato, anche se nato da uno svarione dei veronesi.
Gagliardini è una splendida notizia perché ha dimostrato di avere la dote più importante per un giocatore che arriva in un grande club: la personalità. Ho visto centinaia di acquisti da cui ci si aspettava qualcosa di significativo e che invece veniva vanificato da un talento non accompagnato dal carattere. Gagliardini ha chiesto palla tutta la partita, ha chiuso, tirato in porta, creato geometrie e dato una mano ai compagni in ogni zona del campo.
E’ solo una partita ma tutt’altro che banale, contro un avversario tosto e con tanta esperienza. 
Oltre a lui e Kondogbia le altre due menzioni d’onore vanno a Icardi e Pioli. Il primo è cresciuto nel corso della partita e ha deciso la svolta, rincorrendo tutti gli avversari. Il secondo è l’artefice di un Inter degna del nome che porta. 
E’ un lavoro difficile perchè questo è un ambiente friabile, volubile, spesso indomabile e questa squadra ha la pessima caratteristica di giocare partite il cui esito non è mai scontato. Troppo spesso va in svantaggio ed è costretta a gare che riesce a portare a casa ma con un eccessivo dispendio di energie. 
Ora martedì il Bologna in coppa Italia, mi aspetto che Pioli faccia debuttare dal primo minuto Gabigol, altrimenti è giusto che la società lo dia in prestito, prima di avvizzire il giocatore o creare una fattura difficilmente sanabile. 
La prossima settimana il Palermo e poi il Pescara, prima di andare a Torino contro la Juventus. Se restasse imbattuta la speranza di qualificazione in Champions resterebbe intatta.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 15 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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